ri)Cominciare.
L'occasione fornitaci da un congresso cittadino può rivelarsi preziosa se questo rimane un momento di confronto, di incontro, di elaborazione e di sintesi. Credo sia comune la speranza che il congresso non si tramuti in una lotta tra "correnti" o presunte tali, tra numeri e tessere. Noi non ne abbiamo affatto bisogno, la Sinistra non ne ha bisogno, il Partito non ne ha bisogno.
Quello di cui abbiamo bisogno, invece, è darci una mossa, prosaicamente parlando.
Passato il momento elettorale, è arrivato il momento (finalmente!) di darci una forte struttura locale, e fornire un’altrettanto forte connotazione territoriale a un Partito che, a livello nazionale, ha l'ambiziosa aspirazione di voler ricostruire la sinistra italiana, in assenza di qualcuno che la rappresenti efficacemente in Parlamento, in tale momento.
Quale, quindi, il compito di questo strumento politico, a livello cittadino?
Sinistra.
Il primo e più urgente compito che ci aspetta è ridare centralità ai soggetti cui ci richiamiamo: quelle classi cosiddette “disagiate” di lavoratrici e lavoratori, giovani, anziani, portatori di handicap; che sembrano essere state dimenticate dall'amministrazione comunale (peraltro in piena continuità con la sua estensione nazionale). È questo il punto da mettere in cima alla nostra agenda/lista: porre nuovamente al centro i cittadini, i cittadini onesti che ogni giorno si sforzano di trovare i mezzi per arrivare a fine mese senza soccombere a soprusi e compromessi, quei giovani perennemente in bilico tra la volontà di rimanere e cambiare la propria terra e la necessità di dover partire per trovare un qualsiasi sbocco alternativo(lavorativo, accademico, umano).
Soltanto intercettando e comprendendo le necessità del popolo si può riuscire a fare buona politica. Ritrovare il popolo per fare la Sinistra, insomma.
Ecologia.
La Ztl, il Macrico, le discariche, la raccolta differenziata; ma anche un nuovo modo di fare agricoltura, l'istallazione di impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici, il riutilizzo delle ex aree industriali, il risanamento degli scempi edilizi e delle cave, e, ancora, trasporto pubblico integrato e piste ciclabili... Caserta, nostro malgrado, offre una summa di tanti, forse troppi argomenti su cui Sinistra Ecologia Libertà può offrire una opinione (in cui Sinistra Ecologia e Libertà può intervenire), fare network con i molti (troppi?) movimenti civici e, soprattutto, offrire soluzioni. Il pragmatismo delle proposte deve essere una delle colonne portanti di tale agire. Non solo slogan “per” e “contro” ma soprattutto progetti, idee, modelli da offrire alla città, per la città. È questo che fa una forza di governo. Ripartire, quindi, dall'idea di un Macrico che sia polmone verde per la città e che sia naturale estensione di una vera Ztl cittadina (dallo "Zero traffico limitato" ad un'isola pedonale vivibile, centro e risorsa per l'intera comunità cittadina).
Libertà.
Qualcuno potrebbe pensare che il tema delle libertà sia qualcosa di troppo astratto per un circolo territoriale; ci appartiene invece il compito di dimostrare che non è così, assolutamente.
Libertà è dare alle coppie di fatto accesso ai servizi di edilizia popolare; libertà è rendere totalmente accessibili edifici pubblici ai portatori di handicap. Libertà è legalità, e quindi servizi pubblici trasparenti, efficienti e utili; è iniziare una impresa imprenditoriale senza temere di dover pagare il pizzo; libertà è mobilità, è la possibilità per studenti e pendolari di lasciare la macchina a casa ed usare i mezzi pubblici, ormai ectoplasmi in questo comune, che si fregia d'essere capoluogo. Libertà è cultura, è una biblioteca pubblica finalmente riaperta; un’università che faccia finalmente lavoro di squadra con la città, che sia motore di ricerca e innovazione, cuore accademico di una rinascita culturale in Terra di lavoro.
Sinistra, ecologia, libertà.
Le nostre parole d'ordine, il nostro DNA, sono scritte nel nostro simbolo e sono la rotta da seguire. Abbiamo un compito anche troppo importante e non possiamo sbagliare, non dobbiamo sbagliare. Nonostante siano troppi gli errori dietro l'angolo. Uno tra i tanti potrebbe essere l’ adagiarsi sui sondaggi nazionali (che ci vedono su percentuali di tutto rispetto) e sottovalutare l'azione sul campo, rinunciare all'autocritica, al confronto. Troppo facile metterci su un piedistallo: quei numeri sono influenzati dallo straordinario carisma di Vendola, carisma che è nel contempo enorme risorsa ma incredibile limite. La politica locale si basa sui fatti ed è sui fatti che verremo giudicati. Strutturiamo e rendiamo (si deve strutturare e rendere) più forte il Partito, andando oltre l'impressione comune di essere il partito dei vendoliani, per arrivare ad essere il Partito della Sinistra italiana.
Diamoci una organizzazione veramente efficace, senza troppi organismi che lavorano in modi macchinosi, con un coordinatore che sia sintesi delle diverse anime e nel contempo figura autorevole, capace di rappresentare nel modo più ottimale le istanze della nostra formazione, che sia in grado di incarnare la Sinistra cittadina. Incontriamoci più spesso ed apriamoci all'esterno. Il Partito è fatto dai militanti e dagli iscritti, ma anche dal rapporto con la cittadinanza. Avviciniamoci di più ai giovani e mettiamoli al centro della discussione e dell'organizzazione interna, non in nome di un giovanilismo fine e se stesso ma in funzione di una nostra crescita.
Cominciamo, anzi, ricominciamo ad elaborare un nuovo modello di città: non possiamo non combattere l'idea di una città composta da quartieri dormitorio, senza un minimo di coesione sociale, dove le uniche attività commerciali che sembrano proliferare sono quelle riguardanti il gioco d'azzardo, dove le regole sono ignorate (nella migliore delle ipotesi) o schernite, dove la cultura è appannaggio di pochi, dove l' altro e il diverso vengono demonizzati e ghettizzati.
Solo se saremo capaci di re-immaginare e proporre un modello nuovo, fattibile (e perché no, anche visionario) di società saremo in grado di affrontare con successo le sfide che ci attendono.
Si dice che il vento, in Italia, stia cambiando. Certo è che dobbiamo fare di tutto per creare anche solo una piccola brezza cittadina: è dal basso che arriveranno le risposte per i tempi bui che stiamo vivendo. È qui, è ora che il futuro comincia, la palla è nelle nostre mani.
Marco Alfieri
L'occasione fornitaci da un congresso cittadino può rivelarsi preziosa se questo rimane un momento di confronto, di incontro, di elaborazione e di sintesi. Credo sia comune la speranza che il congresso non si tramuti in una lotta tra "correnti" o presunte tali, tra numeri e tessere. Noi non ne abbiamo affatto bisogno, la Sinistra non ne ha bisogno, il Partito non ne ha bisogno.
Quello di cui abbiamo bisogno, invece, è darci una mossa, prosaicamente parlando.
Passato il momento elettorale, è arrivato il momento (finalmente!) di darci una forte struttura locale, e fornire un’altrettanto forte connotazione territoriale a un Partito che, a livello nazionale, ha l'ambiziosa aspirazione di voler ricostruire la sinistra italiana, in assenza di qualcuno che la rappresenti efficacemente in Parlamento, in tale momento.
Quale, quindi, il compito di questo strumento politico, a livello cittadino?
Sinistra.
Il primo e più urgente compito che ci aspetta è ridare centralità ai soggetti cui ci richiamiamo: quelle classi cosiddette “disagiate” di lavoratrici e lavoratori, giovani, anziani, portatori di handicap; che sembrano essere state dimenticate dall'amministrazione comunale (peraltro in piena continuità con la sua estensione nazionale). È questo il punto da mettere in cima alla nostra agenda/lista: porre nuovamente al centro i cittadini, i cittadini onesti che ogni giorno si sforzano di trovare i mezzi per arrivare a fine mese senza soccombere a soprusi e compromessi, quei giovani perennemente in bilico tra la volontà di rimanere e cambiare la propria terra e la necessità di dover partire per trovare un qualsiasi sbocco alternativo(lavorativo, accademico, umano).
Soltanto intercettando e comprendendo le necessità del popolo si può riuscire a fare buona politica. Ritrovare il popolo per fare la Sinistra, insomma.
Ecologia.
La Ztl, il Macrico, le discariche, la raccolta differenziata; ma anche un nuovo modo di fare agricoltura, l'istallazione di impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici, il riutilizzo delle ex aree industriali, il risanamento degli scempi edilizi e delle cave, e, ancora, trasporto pubblico integrato e piste ciclabili... Caserta, nostro malgrado, offre una summa di tanti, forse troppi argomenti su cui Sinistra Ecologia Libertà può offrire una opinione (in cui Sinistra Ecologia e Libertà può intervenire), fare network con i molti (troppi?) movimenti civici e, soprattutto, offrire soluzioni. Il pragmatismo delle proposte deve essere una delle colonne portanti di tale agire. Non solo slogan “per” e “contro” ma soprattutto progetti, idee, modelli da offrire alla città, per la città. È questo che fa una forza di governo. Ripartire, quindi, dall'idea di un Macrico che sia polmone verde per la città e che sia naturale estensione di una vera Ztl cittadina (dallo "Zero traffico limitato" ad un'isola pedonale vivibile, centro e risorsa per l'intera comunità cittadina).
Libertà.
Qualcuno potrebbe pensare che il tema delle libertà sia qualcosa di troppo astratto per un circolo territoriale; ci appartiene invece il compito di dimostrare che non è così, assolutamente.
Libertà è dare alle coppie di fatto accesso ai servizi di edilizia popolare; libertà è rendere totalmente accessibili edifici pubblici ai portatori di handicap. Libertà è legalità, e quindi servizi pubblici trasparenti, efficienti e utili; è iniziare una impresa imprenditoriale senza temere di dover pagare il pizzo; libertà è mobilità, è la possibilità per studenti e pendolari di lasciare la macchina a casa ed usare i mezzi pubblici, ormai ectoplasmi in questo comune, che si fregia d'essere capoluogo. Libertà è cultura, è una biblioteca pubblica finalmente riaperta; un’università che faccia finalmente lavoro di squadra con la città, che sia motore di ricerca e innovazione, cuore accademico di una rinascita culturale in Terra di lavoro.
Sinistra, ecologia, libertà.
Le nostre parole d'ordine, il nostro DNA, sono scritte nel nostro simbolo e sono la rotta da seguire. Abbiamo un compito anche troppo importante e non possiamo sbagliare, non dobbiamo sbagliare. Nonostante siano troppi gli errori dietro l'angolo. Uno tra i tanti potrebbe essere l’ adagiarsi sui sondaggi nazionali (che ci vedono su percentuali di tutto rispetto) e sottovalutare l'azione sul campo, rinunciare all'autocritica, al confronto. Troppo facile metterci su un piedistallo: quei numeri sono influenzati dallo straordinario carisma di Vendola, carisma che è nel contempo enorme risorsa ma incredibile limite. La politica locale si basa sui fatti ed è sui fatti che verremo giudicati. Strutturiamo e rendiamo (si deve strutturare e rendere) più forte il Partito, andando oltre l'impressione comune di essere il partito dei vendoliani, per arrivare ad essere il Partito della Sinistra italiana.
Diamoci una organizzazione veramente efficace, senza troppi organismi che lavorano in modi macchinosi, con un coordinatore che sia sintesi delle diverse anime e nel contempo figura autorevole, capace di rappresentare nel modo più ottimale le istanze della nostra formazione, che sia in grado di incarnare la Sinistra cittadina. Incontriamoci più spesso ed apriamoci all'esterno. Il Partito è fatto dai militanti e dagli iscritti, ma anche dal rapporto con la cittadinanza. Avviciniamoci di più ai giovani e mettiamoli al centro della discussione e dell'organizzazione interna, non in nome di un giovanilismo fine e se stesso ma in funzione di una nostra crescita.
Cominciamo, anzi, ricominciamo ad elaborare un nuovo modello di città: non possiamo non combattere l'idea di una città composta da quartieri dormitorio, senza un minimo di coesione sociale, dove le uniche attività commerciali che sembrano proliferare sono quelle riguardanti il gioco d'azzardo, dove le regole sono ignorate (nella migliore delle ipotesi) o schernite, dove la cultura è appannaggio di pochi, dove l' altro e il diverso vengono demonizzati e ghettizzati.
Solo se saremo capaci di re-immaginare e proporre un modello nuovo, fattibile (e perché no, anche visionario) di società saremo in grado di affrontare con successo le sfide che ci attendono.
Si dice che il vento, in Italia, stia cambiando. Certo è che dobbiamo fare di tutto per creare anche solo una piccola brezza cittadina: è dal basso che arriveranno le risposte per i tempi bui che stiamo vivendo. È qui, è ora che il futuro comincia, la palla è nelle nostre mani.
Marco Alfieri
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