Questa città è sull’orlo
della bancarotta culturale oltre che su quella economica.
La città di Caserta deve
prendere atto che l’intero patrimonio monumentale della città è svilito, perché i siti monumentali di maggior prestigio
sono stati progressivamente svuotati dei significati più importanti.
Questa situazione è l’emblema della inadeguatezza della classe
dirigente Regionale , Provinciale e Comunale, una filiera istituzionale che non riesce a produrre benefici da un
patrimonio monumentale che il mondo intero ci invidia, e su cui si sperperano, da anni, fiumi di denaro pubblico.
La realtà è che questi beni, Patrimonio
dell’umanità, giacciono in un territorio
acefalo, non adeguato al valore dei monumenti , i quali
sono tenuti in considerazione solo quando c’è da segnalarne
brutture o crolli, o da trovare
argomenti trattati in maniera
banale nei momenti
topici come una campagna elettorale, poi è il silenzio.
Oggi vige una parola d’ordine nell’apparato amministrativo del centrodestra , incapace di
formulare proposte decenti sulla
gestione del patrimonio monumentale della città, che è: “cedere ai privati”.
Così è nelle
proposte del sindaco per il Belvedere di San Leucio; è già cosi nella gestione del Teatro Comunale; è cosi nelle proposte per la Reggia fatta dal
commissario regionale dell’UDC e candidato alla camera Gianpiero Zinzi. A questo punto ci si può domandare perché ci si candida a governare i beni pubblici.
Intanto, tutto ha un costo
e viene fatto passare come ineluttabile il fatto che i cittadini casertani debbano pagare per godere dei giardini della Reggia, un bene che, non
essendo più fruibile e non producendo
nessun beneficio o ricchezza, diventa un problema per la città.
Ben ricordiamo, peraltro,
la famosa considerazione dell’ex ministro Tremonti allorquando, tagliando i
fondi per università e gestione dei nostri beni monumentali, sostenne che la cultura non si mangia.
La filosofia è sempre la
stessa.
Caserta, 2 febbraio 2013 -
Sinistra Ecologia e Libertà Circolo ‘P.Neruda’ Caserta
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