lunedì 23 dicembre 2013
martedì 17 dicembre 2013
Il Corno della vergogna
La vicenda del “Corno Rosso” ci ha posto, in questi giorni, alla ribalta nazionale e internazionale, esponendo questa città a moti di scherno e di ironia, tanto forti, da costringere il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali ad intervenire sul Sindaco Del Gaudio e fargli abbandonare l’arrogante difesa della scelta e tornare sui suoi passi, rimuovendo quel coso.
L’installazione, di cui si
valuterà la validità artistica quando se ne troveranno le ragioni, è un iniziativa che rimarca la inadeguatezza
culturale con cui l’amministrazione casertana si esprime nei confronti del suo
enorme capitale monumentale.
Fare parcheggiare gli autobus
turistici al Monumento ai Caduti o
progettare l’insediamento di un Wine Bar
sotto lo scalone del Belvedere di San
Leucio, sono solo alcune delle poche e fallimentari
idee avanzate, a cui va accumunata anche
quest’ultima , che hanno caratterizzato l’attività pseudo culturale di questa amministrazione.
Sono iniziative che appartengono ad un livello di sottocultura spendibile nei reality show, che impedisce ai nostri
amministratori di rilevare che il movimento turistico, cui è indirizzato il
Corno, non è costituito da fessacchiotti
di cui approfittare, retaggio di un modo di pensare vecchio di decenni, ma è oggi l’espressione di un
movimento culturale nazionale e internazionale di più ampio respiro, molto
esigente e abituato a scegliere tra offerte culturali di grande valore, accompagnate
da una disponibilità di servizi sempre maggiori
e più efficienti.
Ci sarà pure, infatti, un motivo che porta, in un anno, dieci milioni di persone a Versailles e una percentuale trenta volte minore alla Reggia di Caserta, attestato che, come valore storico, artistico
e monumentale, questa non ha niente da
invidiare alla prima.
Caserta ha un patrimonio
monumentale di tale consistenza che non
ha bisogno per la sua promozione turistica di sprecare risorse in
costose banalità folcloristiche, anzi, queste sono oltremodo dannose perché
sviliscono i significati sociali, culturali e storici di questo patrimonio che come comunità abbiamo la responsabilità di
custodire, promuovere e valorizzare, perché
sono beni di valore universale che appartengono al Patrimonio dell’Umanità.
Hanno ragione gli
studenti, Caserta ha bisogno di
investire in cultura vera, altro che
foto con le spose.
Caserta, 16 dicembre 2013
Circolo ‘P. Neruda’
Sinistrta Ecologia Libertà - Caserta
lunedì 25 novembre 2013
Documento per il congresso provinciale di Caserta
Lo stato di Fatto
La
celebrazione del secondo congresso nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà
deve rappresentare il punto di passaggio
del nostro partito alla maturità, e portarci “oltre” sul piano organizzativo,
strutturale e politico. Ci deve
consentire di rimodulare l’esperienza politica di questi anni in funzione del
ruolo di “sinistra” italiana che abbiamo
scelto di rappresentare. Nella stessa ottica, va ottimizzato il ruolo di
opposizione in Parlamento, dopo che le vicende post -elettorali hanno fatto
svanire la funzione di governo per cui
eravamo candidati.
Della
fallimentare esperienza di “Italia Bene Comune”, resta da gestire la
responsabilità di essere punto di
riferimento per la sinistra in Italia, dobbiamo quindi marcare questa
connotazione che abbiamo rivendicato e che ci viene riconosciuta. Ma siamo
in ritardo. Il tempo che ci vede
invischiati, sul piano nazionale, nel gioco, truccato, della democrazia
che oggi esprime questo Paese, ci logora. Come l’inutile perdita di tempo speso ad aspettare il
Partito Democratico, ostinandoci con ottusa insistenza a non riconoscerne come
gravi e irreparabili le mutazioni genetiche che ne hanno determinato la caotica
deriva in cui versa, e che lo vede, contestualmente, nel ruolo di governo e di
opposizione.
Non
ci ingannino i continui riferimenti al
cambiamento, Renzi, Civati o Cuperlo sono già sotto il controllo protettivo
della vecchia nomenclatura del partito. Questo rende poco credibile l’avvio
dell’auspicato rinnovamento e, soprattutto, marca la deriva centrista di questo
partito costringendoci ad una
rivisitazione dei rapporti che SEL vorrà stabilire con esso per il futuro.
A
tale proposito, per evitare di dare un segnale di subordinazione, sarebbe stato
meglio anticipare il nostro congresso
rispetto al loro, fugando, così, ogni residua tentazione a migrare in un
partito che ha evidenziato tutta la sua inaffidabilità, l’approssimazione e la
feroce conflittualità interna, mettendo in discussione ogni limite etico-morale, collocandosi, così, molto distante dal modello di partito che noi
vogliamo raggiungere.
Intanto,
il nuovo governo, voluto da
Napolitano, si è rivelato figlio della spinta restauratrice di un sistema
politico logoro e dannoso, che non riesce più a mascherare il fallimento
politico ed economico del Paese, diventando di fatto parte del problema. Consolidandosi le larghe intese, tra PD e PDL
, infatti, si sono saldate, più profondamente, le forze portanti dei due blocchi
di governo che insieme, alternativamente, anche se con diversa rilevanza, hanno
in carico il 100% delle responsabilità della crisi attuale nel nostro
Paese. Un accordo che agisce come un
tappo contro le innovazioni di uomini, di merito e di metodo, assolutamente necessarie per affrontare questa crisi che, è dimostrato, continua
ad arricchire i ricchi e impoverire,
sempre di più, i poveri.
Provvedimenti
vuoti, platealmente carichi di ipocrisie, vengono creati come diversivi per
sfruttare una disponibilità propria delle situazioni di emergenza, quella
di forzare le scelte e manipolare le regole. Questo concetto si evidenzia con
sufficiente chiarezza nella legge di
stabilità che sta per essere varata, che si configura come una manovra
economica approssimativa ed evanescente, che non risolve, nonostante la
richiesta di nuovi sacrifici, le penalizzazioni, i balzelli e la costante
perdita di posti di lavoro, la fase di
recessione, da cui, unico in Europa,
questo Paese, non riesce ad uscire.
Nel
mentre, Berlusconi è ancora lì, a
forzare provvedimenti che ne impediscano il definitivo declino, magari un’
amnistia, o nella speranza che dal
ricatto continuo di far cadere il governo possa nascere un accordo che
lo rimetta in gioco.
Non
sorprende, quindi, che questo governo non riesca a motivare la sua esistenza
sulla base dei risultati raggiunti, ma minacci lo spettro di immani catastrofi,
in caso di decadenza, come se si potesse andare peggio di come hanno ridotto il
paese.
Ma
come si esce da questa crisi se stiamo distruggendo l’ambiente, avvelenando il
territorio, sperperando il pregresso impianto produttivo costituito da
eccellenze universalmente riconosciute, e se costringiamo i nostri giovani ad
avviare una nuova stagione di emigrazione, come nel dopoguerra? Con
l’aggravante che questa volta a lasciare sono giovani di cultura e di alta
preparazione, un patrimonio che viene dilapidato dalla incapacità e mancanza di
coraggio, di un governo che si logora nel tamponare le continue emergenze,
invece di credere e investire nelle capacità di questi giovani che diventano
risorse per i paesi che li accolgono.
Come
sempre, è soprattutto il Mezzogiorno
a pagare il prezzo più caro della crisi, esposto, senza difese, in un contesto che ne ha dimenticato
la fragilità strutturale, vede
ulteriormente aggravato il rischio, ormai non più sostenibile, di attacco da
parte della povertà e della malavita organizzata. Ne è un esempio la catastrofe
ambientale in Campania, di cui, la cronaca di questi giorni, grazie alla
coraggiosa scelta di trasparenza della presidente Boldrini, fa emergere, in
tutta la sua gravità la responsabilità di chi, tenendo segreti i verbali delle
deposizioni del pentito Schiavone alla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul
ciclo dei rifiuti, si è reso complice di uno scempio che è perseverato,
immunemente, per un altro ventennio. Uno
scempio che oggi ci avvilisce perché la sua enormità lo rende pressoché
irreparabile.
E
non si evidenziano risposte adeguate verso le problematiche del lavoro, dove si registrano ogni giorno
nuovi record negativi dell’occupazione, con percentuali inaccettabili nei
confronti dei giovani, il problema dei migranti, dopo l’emergenza dei tanti
morti, è già passato in secondo ordine,
mentre tutto l’apparato politico istituzionale si dilania sul problema del voto
segreto o palese per la decadenza da senatore di Berlusconi.
Tutto
questo, conferma quello che avevamo già rilevato, l’incapacità di questa generazione politica di
immaginare e progettare un’ ipotesi credibile di sviluppo per il futuro del Paese, tutta chiusa a difesa dei
propri privilegi che continuano ad essere elargiti, nonostante i continui
scandali, a cominciare dal mantenimento della vergognosa legge elettorale.
E’una classe politica convinta di rappresentare e governare dei perfetti
idioti. Da qui la necessità che dal
nostro congresso prenda corpo un iniziativa che ci porti sulla “STRADA GIUSTA”
, che significa porre le basi per elaborare il progetto di un nuovo modello di
organizzazione sociale ed economica, più giusto e solidale, che tenda a
richiudere il divario, ormai osceno, tra ricchi e poveri, che questo stato di
cose ha creato.
Ruolo e funzione
Poiché
resta compito della politica e dei partiti, come insostituibili strumenti
costituzionali, portare a soluzione i problemi di questo Paese, questo
congresso deve promuovere, oltre al necessario consolidarsi di una più
opportuna struttura organizzativa, l’apertura di una discussione che porti tutta la “sinistra possibile”, comprese, quindi, le associazioni, i
movimenti ed i singoli cittadini, ad essere protagonisti dei cambiamenti
necessari a ricucire con la società un rapporto lacerato da anni, per evitare
che tutto continui come adesso.
A questo scopo,
come segno di massima apertura al nuovo progetto, è opportuno andare al superamento della personalizzazione rappresentata nel
simbolo del partito.
Bisogna,
infatti, mirare a riportare alla
partecipazione alla vita politica e a questo nuovo progetto, oltre a quote
consistenti del discusso centrosinistra, PD, Ingroia, Di Pietro, ecc., quote
consistenti di quel 50% di non votanti che hanno scelto di stare fuori, dopo
che, come noi, hanno rifiutato di partecipare alla deriva dei vecchi
partiti. Aprire uno spazio praticabile e
credibile, aperto a chiunque voglia
impegnarsi a rigenerare uno strumento indispensabile, dimostrando che si
può fare buona politica anche nei partiti.
La
lettura dei processi politici che hanno interessato la sinistra italiana in questi ultimi anni, ci indicano che, per un
nuovo percorso di aggregazione, non si
può più fare riferimento ad una
improbabile base ideologica, né legarsi ad un
processo costituente che si articoli su una superata, lacunosa e
frammentaria continuità storica.
C’è,
quindi, spazio per agire in un campo più vasto di aggregazione, che consideri i
movimenti, le associazioni, i singoli cittadini, avendo consapevolezza che la
democrazia si può praticare in modo trasparente
e libero, che si può costruire un partito in cui minoranza e maggioranza
non siano “stati patologici cronici”, ma momenti di una dinamica democratica in
continua evoluzione che privilegia i temi politici, non l’appartenenza ad un
gruppo, una corrente o ad un capo, che
deve accreditarsi quote, frazionarie, di
potere.
La difesa della
Costituzione indicata come “via maestra” per rimettere insieme la sinistra può
rappresentare un buon viatico, perché in essa sono contenuti i valori in cui
crediamo.
Noi pensiamo che
sia possibile sviluppare una risposta alternativa, “di Sinistra” alla fallimentare scivolata neoliberista della globalizzazione.
All’introduzione dell’euro, non ha fatto seguito l’unione politica dell’Europa,
questo è un limite che ha determinato,
nella fase di crisi, una competitività tra le nazioni appartenenti alla
comunità europea che va superata, rilanciando la costruzione di una nuova fase
costituente continentale.
Questa Europa delle
nazioni, degli interessi corporativi, delle rendite di posizione degli stati
forti sui deboli, abbinati alla mancata armonizzazione delle politiche fiscali,
finanziarie e sociali, sta generando squilibri e risentimenti popolari che
stanno pericolosamente ingrossando le fila dei partiti populisti, para-fascisti
e anti-europei.
La ‘Strada Giusta’
è quindi anche quella di una sempre più consistente spinta verso l’integrazione
europea, dove sia garantita la dignità di ogni popolo e di ogni singola persona
sostenendo e garantendo in ogni paese,
la promozione sociale, i diritti dei cittadini e dei lavoratori,
l’accoglienza dei flussi migratori, la difesa
dell’ambiente e della salute. Dove, sull’esempio dei paesi federali, qualsiasi
stato dell’Unione non sia lasciato al suo destino, e le sue popolazioni non
siano mortificate da inapplicabili misure di rigore oltre ogni limite di
sopportazione.
Il prossimo appuntamento
elettorale riguarda proprio il Parlamento Europeo ed è nella nostra
collocazione nel Partito del Socialismo Europeo la prospettiva della nuova
sinistra italiana.
E’
tempo di prendere coscienza
dell’evidente difficoltà di un sistema economico e politico nazionale e
internazionale che si è rivelato fragile ed inadeguato, eccessivamente soggetto
a fattori speculativi ed emotivi, quindi
incoerente e manipolabile.
Il capitalismo e le sue mutazioni, posto
come base ideologica dei nostri tempi, è imploso, ha mistificato il suo
fallimento confondendone gli esiti con la ineluttabilità della
globalizzazione, una parola che è servita per giustificare
l’inadeguatezza della politica nei
confronti di un mercato sempre meno reale e sempre più finanziario. Ma oggi
sono già in campo, sul piano culturale ed economico, ipotesi alternative che hanno bisogno del
necessario supporto politico per
attivare l’elaborazione di un progetto diverso
Esiste,
ad esempio, un avviato sistema di monitoraggio della attività economico-
sociale che ha come riferimento parametri diversi da quelli relativi al PIL
( prodotto interno lordo) o dell’
andamento dello spread. Il profitto fine a se stesso non può più
essere la misura della crescita della
civiltà del terzo millennio. Nel 2013 è uscito il primo rapporto sul BES
(Benessere Equo e Solidale) che si inquadra in un articolato di dodici punti nodali su cui si
basa una nuova valutazione dell’apporto socio economico e politico della nostra
civiltà. “Il progetto per misurare il benessere equo e sostenibile – nato da un’iniziativa del Cnel e
dell’Istat – si contestualizza nel
dibattito internazionale sul cosiddetto “superamento del Pil”, stimolato dalla
convinzione che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non
debbano essere solo di carattere economico, ma anche sociale e ambientale,
corredati da misure di uguaglianza di opportunità e sostenibilità.”
Il rapporto
“BES” è quindi una base scientifica che
contribuisce a definire che cosa conta
davvero per l’Italia, partendo dai
bisogni reali dei cittadini e rendendo concreta la possibilità di superare gli
attuali parametri, che altro non sono che misuratori del profitto in modo
indiscriminato ed egoistico.
Organizzazione
Abbiamo condiviso e
sostenuto, come partito, in ipocrito anonimato, la manifestazione in difesa
della Costituzione , “La Via Maestra” , quindi,
l’assunto costituzionale che conferisce ai Partiti la funzione di
strumento per l’attuazione del principio democratico e della sovranità popolare,
affermando che i cittadini hanno il diritto “di associarsi liberamente in
partiti per concorrere a determinare con metodo democratico la politica
nazionale”. Coerentemente con questo assunto, e riconoscendo, per quanto ci si
possa camuffare, in questi tempi di anti-politica, la necessità dei partiti di
essere comunque il veicolo dell’azione politica, nell’agenda del prossimo
congresso bisognerà inserire il tema di
come si riorganizza Sinistra Ecologia e Libertà, come partito meno evanescente
di quello fino ad oggi percepito da simpatizzanti e aderenti.
In
provincia di Caserta, più che in altri territori, il tema della organizzazione
ha inciso negativamente. Sia l’ultima tornata elettorale delle amministrative del maggio 2013, sia il
precedente turno delle elezioni politiche si sono chiuse senza entusiasmare,
confermando le difficoltà evidenziatesi già nella rabberciata impostazione data
alla partecipazione alle primarie. Al tema della organizzazione, va anche
ricondotta, indirettamente, la totale assenza di Sinistra Ecologia e Libertà
della provincia di Caserta, in tutta la filiera istituzionale, (Provincia,
Regione, Parlamento). Un tema già posto, ma irrisolto, che marginalizza il partito casertano anche
sulle tematiche che hanno ricadute
specifiche sul suo territorio, come la questione ambientale, legate
all’inquinamento dei suoli e della cosi detta “Terra dei Fuochi”, pur
egregiamente trattati, dai nostri parlamentari, in sede nazionale e regionale.
Ma
il tema delle carenze organizzative, e comunicative, si ripropone ogni qualvolta il partito si
esprime senza una forte
caratterizzazione, ci siamo collocati in un limbo che ci priva della necessaria
visibilità anche nei processi di cui siamo promotori.
Veniamo,
alternativamente, catalogati come partito e quindi emarginati nel generalizzato
e irrazionale rifiuto della politica che
sta attraversando tutti i movimenti e le associazioni e tendiamo
a spersonalizzarci nei rapporti con gli altri partiti.
In
questo congresso, su queste considerazioni, Sinistra Ecologia e Libertà deve dotarsi, sul piano organizzativo, di una
capacità progettuale più efficiente, ponendo rimedio alle difficoltà che, in qualche caso, pur nascendo su giuste
linee di principio, diventano penalizzanti nella pratica politica.
Considerata
l’impraticabilità, visto il sostanziale
fallimento di tutti i tentativi fatti,
di organizzare un ”partito liquido”, ipoteticamente funzionante solo se
si lega all’obbrobrio di una legge elettorale come il “porcellum”, vanno trovate misure adeguate a rinforzare e
radicare maggiormente le funzioni delle strutture territoriali, salvaguardando
la logica di dare massima apertura alla partecipazione delle associazioni,
dei movimenti e dei singoli cittadini.
Vanno quindi precisate le funzioni del tesseramento che
non può rimanere a livello
nazionale, perché crea distacco tra la
adesione generica alla linea politica nazionale e le specificità dei territori,
e in molti casi nega la possibilità di stabilire un rapporto con gli iscritti,
rendendo difficile la comunicazione, la convocazione e la condivisione delle
iniziative delle attività e dei
contenuti politici dei circoli sui territori.
Viene
inoltre limitata anche una minima possibilità di finanziamento, pur necessario
per un attività sul territorio.
Ma
vanno rivisti un po’ tutti i temi dell’organizzazione:l’azzeramento delle
doppie cariche; la funzione dei rappresentanti parlamentari nei territori; la
selezione della classe dirigente, per cui dobbiamo impegnarci in un
rinnovamento che non sia banalmente anagrafico, ma che risponda a
oggettive valutazioni di meriti e
fallimenti, in una dinamica continua che impedisca il consolidarsi di
posizioni di potere e promuova la
formazione di sempre nuove classi dirigenti, fatte da giovani, a cui va
garantita la possibilità di maturare le giuste esperienze per una corretta
crescita politica; la decodificazione di un rapporto con le associazioni e i
movimenti che ancora ci identificano, sopportandoci a fatica, come controparte,
perché siamo accumunati nel generico e
irrazionale rifiuto dei partiti e del distacco dalla politica.
In
conclusione l’auspicio è che questo partito, arrivato dopo soli tre anni dalla
sua costituzione ad avere una rappresentanza istituzionale, possa essere
percepito come una realtà diversa dalle vecchie nomenclature politiche che
hanno fatto fallire questo paese, ed in grado di proporre i valori di una
sinistra che, in Italia come altrove, trova difficoltà ad affermarsi come
classe dirigente. Valori che sono quelli della solidarietà sociale, della
eguaglianza delle opportunità, del benessere diffuso, della dignità del lavoro,
della politica come servizio alla collettività e della preservazione
dell’ambiente.
Sinistra Ecologia e Libertà, circolo
P.Neruda Caserta
Facebook - selcaserta
sabato 23 novembre 2013
Assemblea pre-congressuale di circolo
Si
è tenuta nella giornata di giovedì 21 novembre l’annunciata assemblea degli
iscritti al Circolo SEL P.Neruda di
Caserta , in preparazione degli appuntamenti congressuali che si susseguiranno fino alla celebrazione
del 2° congresso nazionale del gennaio 2014.
Una
discussione ricca di interventi, protrattasi per oltre tre ore, che ha
sviscerato le problematiche del complesso momento politico nazionale e
territoriale.
Di
particolare interesse gli interventi che hanno marcato la qualificata
partecipazione dei nuovi iscritti al
circolo casertano.
Viene
confermato l’impegno per rigenerare, nell’ottica della difesa del dettato
costituzionale, il partito, come forma
di aggregazione con cui si organizza la rappresentanza politica dei cittadini.
Consci della difficoltà che questo rappresenta, soprattutto in questo momento,
siamo anche consapevoli di poter dimostrare che si può fare, anche nei partiti,
buona politica, rendendo praticabile, per tutti, uno spazio di
partecipazione reale e democratico.
Perché,
come è stato sottolineato in molti
interventi, è sentita sempre più fortemente l’esigenza di contribuire a
costruire per l’Italia e per l’Europa un nuovo punto di riferimento : La
sinistra.
Oltre
agli aspetti legati alle scadenze congressuali, tra cui la discussione di un documento elaborato dal circolo come
contributo al dibattito congressuale,
sui temi politici e
organizzativi che SEL dovrà affrontare, si è dibattuto della situazione nella città capoluogo.
E’
emerso soprattutto per Caserta la necessità di stimolare la riapertura di un
dibattito nella sopita opposizione per smascherare le ipocrisie di un’
amministrazione che partecipa alle marce per la difesa dell’ambiente e lascia,
in tutta la sua pericolosità, come abbiamo segnalato da mesi, l’amianto nel Rione
Vanvitelli e si appresta a raggirare gli esiti referendari sul tema dell’acqua
pubblica con iniziative amministrative per l’avvio di una gara per l’affidamento ai
privati. Ma è nell’imminenza della votazione del Bilancio Comunale che sarebbe
opportuna una forte azione congiunte delle opposizioni, considerando che questa
città non è più in grado di sostenere ulteriori pressioni tributarie, stremata
com’è da una crisi economica, sociale ed occupazionale senza precedenti.
E’
dal territorio, da questo territorio, che il Circolo di Caserta di SEL intende
stimolare l’impegno e l’azione politica della federazione provinciale, facendo
in modo che il prossimo congresso rilanci l’azione e la propositività della
sinistra per affrontare e risolvere le tante emergenze che stiamo vivendo.
Caserta, 23/11/2013
Sinistra Ecologia e Libertà Circolo ‘ Pablo Neruda’ Caserta
venerdì 8 novembre 2013
SEL Caserta aderisce alla manifestazione del 9 novembre 'Caserta vuole vivere'
La
gravità delle problematiche legate agli sconvolgimenti ambientali che la
provincia di Caserta ha subito dal connubio politica – camorra per oltre
vent’anni, ci vede come Sinistra Ecologia e Libertà, concretamente impegnati
nel porre rimedio al disastro accertato.
Con
un atto di grande coraggio, considerato il precedente, la Presidente della Camera dei Deputati, Boldrini, togliendo il segreto sui verbali delle interrogazioni del pentito
di camorra Schiavone, reso alla Commissione Parlamentare d’ Inchiesta sul Ciclo
dei Rifiuti, ha evidenziato le responsabilità che hanno consentito che uno
scempio, così denunciato, durasse per altri vent’anni.
Inoltre
, nostri parlamentari, in questi giorni hanno presentato e fatto
approvare una mozione di grande importanza che impegna il Parlamento a
procedere in tempi rapidi al ripristino di accettabili condizioni ambientali e
sanitarie attraverso una imponente operazione di bonifica, tutela del
territorio, prevenzione e rilevazione della situazione epidemiologica nelle
aree interessate.
Tuttavia , consapevoli
della nostra parzialità, rispettiamo e contribuiamo allo sviluppo di altre esperienze, presentando come circolo
Cittadino di Sinistra Ecologia e Liberta la nostra adesione ala manifestazione
“Caserta Vuole Vivere” di domani 9 novembre
2013.
Caserta, 8 novembre 2013
Sinistra Ecologia e
Libertà, circolo P.Neruda Caserta
L’impegno concreto di SEL per la tutela ambientale e sanitaria del nostro territorio.
Nella giornata di martedi 5 novembre sono
state accolte dalla Camera una serie di mozioni di Sinistra Ecologia e
Libertà inerenti la bonifica e la salvaguardia ambientale e sanitaria dei
territori devastati dagli sversamenti illegali nell’area oramai tristemente
nota come ‘Terra dei Fuochi’.
In particolare i deputati e senatori
campani di Sinistra Ecologia e Libertà hanno visto accogliere le sollecitazioni
che da tempo esercitano per attuare da subito un intervento governativo
massiccio ed efficace per questi martoriati territori.
Le mozioni impegnano il governo a
"porre in essere tutte le forme di controllo incisivo del
territorio campano per far cessare il criminale e illecito sversamento di
rifiuti tossici in zone agricole e ad alta densità abitativa; a
intraprendere gli improrogabili interventi di bonifica del territorio campano,
ad avviare, con un adeguato coinvolgimento del ministero della Salute, una
massiccia campagna di indagini epidemiologiche per far luce sull'impatto delle
contaminazioni sulla salute delle popolazioni residenti, anche dando ampia
pubblicità ai risultati, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla nocivita'
di certi comportamenti criminali".
Si impegna inoltre il governo a
"istituire un tavolo tecnico permanente, che funga da cabina di regia, al
ministero dell'Ambiente, coinvolgendo le associazioni e i comitati di
cittadini da anni impegnati nelle lotte a difesa del territorio,
personalità del mondo scientifico competenti in materia e rappresentanti di
regione ed enti locali; ad assumere iniziative normative per consentire ai
comuni interessati l'allentamento del patto di stabilita', indispensabile con
riferimento esclusivamente ai capitoli relativi alla realizzazione di questi
interventi in campo ambientale (monitoraggio, rimozione dei rifiuti abbandonati
e loro corretto smaltimento)". Si è chiesto inoltre all'esecutivo di
"attivare e aumentare le risorse finanziarie pubbliche per far decollare
il settore delle bonifiche; svolgere immediatamente analisi a tappeto nel vasto
territorio interessato, a cominciare da quello indicato dai vari collaboratori
di giustizia come luogo di sversamento dei rifiuti tossici da parte della criminalità
organizzata, anche relativamente alle falde acquifere; avviare rapidamente la
perimetrazione dei terreni interessati da coltivazioni e allevamenti nelle aree
coinvolte, per consentirne la conversione in agricoltura cosiddetta 'no food';
rendere pubblici i nominativi delle società coinvolte a qualsiasi titolo nella
produzione, nel trasporto e/o nello smaltimento illecito di materiali tossici;
perpetuare una politica di inasprimento delle pene per i reati ambientali, da
assimilarsi, a tutti gli effetti, sostanziali e processuali, a quelli di stampo
mafioso e/o terroristico; vigilare che i lavori eventualmente affidati a ditte
specializzate nel settore, non siano in alcun modo riconducibili, direttamente
e indirettamente, a persone legate alla criminalità organizzata".
L’accoglimento di queste istanze dimostra
che i partiti possono continuare a svolgere un lavoro di raccordo diretto,
operativo ed attuativo, delle esigenze e delle priorità che provengono dai cittadini, movimenti e
comitati, e che è possibile recuperare il discredito della politica mettendosi
al servizio della collettività.
Caserta, 8 novembre 2013
Circolo cittadino ‘P. Neruda’ Sinistra
Ecologia Libertà - Caserta
lunedì 21 ottobre 2013
Nota su housing sociale a Caserta
Qualche volta, se si
raggiunge il risultato, bisogna anche sapersi accontentare. In aggiunta alla
posizione del PD cittadino, certo avrebbe assunto tutto un altro senso se i
dieci consiglieri comunali di maggioranza che hanno annunciato di votare contro
la proposta di Housing Sociale nel prossimo consiglio comunale di Caserta, avessero
motivato la scelta, non per, come appare
dai giornali, un dispetto per una poltrona che non si riesce ad ottenere, ma per la consapevole volontà di agire per il
bene della città e impedire un ulteriore scempio.
In una città subissata in
maniera abnorme da cartelli che offrono appartamenti in vendita o da
fittare, a testimonianza di una grande capacità
ricettiva, ma in sofferenza per mancanza di acquirenti, la Giunta guidata dal
Sindaco Del Gaudio si appresta a seguire l’irresistibile richiamo dell’
edilizia, scolpito nel DNA di questa città, già devastata dalla speculazione, proponendo la costruzione di altri
trecento appartamenti, bruciando in questo modo altri 40. 000
mq. di territorio cittadino.
Sinistra Ecologia e Libertà circolo P. Neruda di Caserta si unisce a
quanti hanno manifestato la loro contrarietà alla proposta di Housing Sociale
in discussione nel prossimo consiglio comunale. E si oppone fermamente alla
vocazione cementificatoria di una
amministrazione che si dimostra insensibile invece alle reali esigenze di
Caserta e dei suoi cittadini.
Caserta, 21 ottobre 2013
Il Circolo SEL P. Neruda Caserta
mercoledì 9 ottobre 2013
venerdì 19 luglio 2013
Comunicato Stampa
È
sempre più avvilente seguire le vicende politiche della città di Caserta.Ogni
tanto sembra aprirsi uno spiraglio che
riaccende la speranza, come nel caso del nuovo gruppo consiliare che si è formato o perché si rimpasta qualche assessore, per poi constatare che, come
nel pentolone di un alchimista che
rimescola sempre intrugli diversi, alla fine esce sempre lo stesso brodo.
Un
dato è certo: molti dei problemi, le cui
risoluzioni potrebbero portare qualche beneficio alla vivibilità dei cittadini,
languono irrisolti, e altri, più seri, incancreniscono sottovalutati e liquidati con qualche banale esternazione a “tolleranza zero”. Intanto le cose che
stanno a cuore agli amministratori acquistano una consistenza del tutto diversa
e portano a scelte devastanti per la città: housing sociale, acqua ai privati,
insediamento di industrie insalubri. Questi provvedimenti vengono portati
avanti incontrastati, anche grazie ad un
opposizione inesistente che riesce a farsi male da sola anche nelle poche
iniziative che pone in essere.
L’evidenza
della totale assenza dalla politica cittadina del Partito Democratico, che
dovrebbe essere riferimento per il centrosinistra casertano, è un elemento
destabilizzante per tutta l’opposizione. Nelle ultime esternazioni, quando si
esprime, il PD non interviene con contenuti politici, ma per dissociarsi da e
correggere i suoi rappresentanti in consiglio comunale. Questo si è registrato recentemente, dopo le forti
polemiche sollevatesi in seguito alla scelta di votare a favore
dell’amministrazione contro la proposta della consigliera Norma Naim di Speranza per Caserta, nell’ultimo
consiglio comunale.
Un
comportamento sul piano politico molto discutibile perché, anche riconoscendo la
possibilità di una differente valutazione di merito per risolvere il problema o
pretestuosi errori di comportamento della consigliera Naim di Speranza per
Caserta, andava tenuto conto che il
Sindaco di Caserta è stato ed è parte attiva nell’insediamento della New
Ecology nel territorio dello Uttaro.
Queste
vicende ci pongono di fronte ad una nuova realtà con cui dobbiamo misurarci
anche sul piano locale. La fase di contaminazione tra PDL e PD è giunta ad avviare apertamente
un processo di conformazione alla logica nazionale delle larghe intese (vedi
Mondragone, dove si è costituita un’amministrazione PD-PDL, per altro già in
crisi). A Caserta si raggiunge lo stesso obiettivo con metodi più sofisticati, siparietti da avanspettacolo
camuffano un gioco di sponda che permettono all’amministrazione comunale del
PDL di operare in modo disastroso per la città,
senza avere opposizione, ma anzi, con qualche esplicita apertura del
Partito Democratico. Il riferimento va
oltre l’episodio già segnalato sull’iniziativa della consigliera Norma Naim,
anche se il gesto assume un valore importante perché di fatto, riconferma una
disponibilità inquietante che il PD casertano aveva già mostrato avallando altre
preoccupanti scelte di quest’amministrazione
su alcuni temi cruciali, come nel caso
della delibera che attribuisce la
Gestione dell’Acqua ai Privati o
dell’Housing Sociale che offre alla speculazione edilizia 40.000 mq. di
territorio cittadino.
Caserta,
19 luglio 2013
Sinistra
Ecologia e Libertà - Circolo P.Neruda - Caserta
martedì 16 luglio 2013
La vertenza contro le scelte antireferendarie del comune di Caserta arriva in Parlamento
Su richiesta del Comitato Acqua bene comune di Caserta,
il 17 giugno, il gruppo parlamentare del
Partito di Sinistra ecologia e libertà alla Camera dei Deputati, ha sottoposto
al Ministro dell’Ambiente, al Ministro delle Infrastrutture e a quello degli
Affari Regionali, una Interrogazione Parlamentare a risposta
scritta tesa ad avere tutti i chiarimenti necessari concernenti il corso più che discutibile e
antireferendario intrapreso dall’amministrazione casertana in tema di gestione dei servizi idrici, tanto
più preoccupante considerata l’area ad alta presenza di capitali illegali e
dove privatizzare rischia di significare, in concreto, la consegna ad ambigui
speculatori per molti anni della gestione di risorse essenziali.
L’Interrogazione Parlamentare, della quale si allega fotocopia, è stata
presentata dall’onorevole Arturo Scotto.
Il coinvolgimento diretto del Parlamento,
attraverso i suoi rappresentanti più coscienti, rappresenta solo un aspetto
delle iniziative politiche organizzate nella provincia di Caserta per merito dell’autodeterminazione popolare e
dei comitati che si autocostituiscono per organizzare la lotta contro il culto
ingiustificato del “privato è bello” in materia di governo dell’acqua. Il
peggioramento della vita dei cittadini si è venuto ad accentuare con le
sconsiderate scelte politiche privatistiche intraprese negli ultimi anni dai
partiti politici di destra, ma anche di centro sinistra, frutto di una
concezione neo-liberista dell’amministrazione pubblica. La privatizzazione
dell’acqua e le relative conseguenze per i cittadini, come nell’Ato3
sarnese-vesuviano della Campania, sono
un esempio lampante di queste conseguenze.
L’ Acqua è un bene pubblico, un diritto
naturale ed inalienabile dell’essere umano, quindi non può essere fatto oggetto di
speculazione e profitto. E’ inaccettabile che l’acqua diventi, come diceva Massimo
Troisi, “una cosa con cui invece di bere qualcuno ci mangia”.
Comitato acqua bene comune Caserta
sabato 13 luglio 2013
Il sindaco si vende la tua acqua.
Il sindaco si vende la tua acqua.
Digli di
no.
Vuole
calpestare il tuo voto al referendum 2011 e la Costituzione.
ATTIVATI
INFORMATI
PARTECIPA
·
16 luglio
ore 19 Incontro organizzativo e
informativo
Piazza Pitesti
Parrocchia Buon Pastore
·
18 luglio
ore 18 Presidio di protesta
Piazza Vanvitelli fronte Comune
La cittadinanza è invitata
Prime
adesioni: Arci,WWF
Caserta,Aido Caserta,Comitato emergenza rifiuti ,Fp Cgil Caserta,
Pax Christi
Caserta,Movimento Speranza per Caserta,SEL circolo "P.Neruda" Caserta
Consigliere comunale Luigi Cobianchi,Comitato Cittadino San
Nicola La Strada, gruppo Unione mediterranea Caserta
Amianto al Parco Vanvitelli: Del Gaudio faccia la sua parte
Nelle due giornate di
ascolto e confronto con i cittadini del Parco Vanvitelli, tenutesi nell’ambito
del progetto ‘Laboratorio di quartiere’, ideato dall’Ing. Elia Calabrò, e
coordinato da un gruppo di realtà casertane (Comitato di Quartiere Vanvitelli,
Casa delle Associazioni di Caserta, Società fotografica Casertana, Comitato per
l’Acqua bene comune, Comitato Città Viva, etc…) che assieme al Circolo
cittadino Pablo Neruda di SEL hanno deciso di collaborare per il progetto, è
risaltato in tutta la sua gravità anche un problema di emergenza ambientale che
da anni affligge questo popoloso quartiere della città di Caserta.
Nello specifico è emersa
la presenza di amianto sul 20% delle coperture degli edifici del Parco, in
particolare sulla tettoia dell’ex spogliatoio dell’ormai dimenticato campo di
calcio situato al centro del Parco ed oggi adibito a Circolo di Quartiere. La
gravità della situazione deriva dal fatto che la tettoia, fortemente
danneggiata, rilascia polveri di amianto, i cui terribili effetti che possono
avere sulla salute dei cittadini è anche superfluo spiegare. Il Circolo
Cittadino di SEL che nel Laboratorio di Quartiere con Egido Francesco prende il
ruolo di Coordinatore del Back-End, ha deciso di mobilitarsi per la risoluzione
di questo primo e più importante problema venuto fuori nelle due giornate di
ascolto nel Quartiere.
Questa
storia dell’amianto nel Parco e della bonifica relativa ci riporta ad una storica querelle, fatta di polemiche e ricorsi legali tra l’IACP e gli
abitanti del quartiere, in quanto, l’ente pubblico, dopo aver proceduto alla
bonifica dell’80% dell’area, in base alle disposizioni della legge 257/92, si è
successivamente rifiutato di completare l’opera di risanamento, adducendo una
presunta presa in responsabilità del restante onere a carico dei cittadini del Parco.
Un ricorso avanzato dai residenti, e accolto dal TAR, ha escluso questo obbligo
per i cittadini. Da quel momento i fatti restano tali; i lavori non vengono più
ripresi e l’amianto resta sui tetti dei residenti. Nel 2004 alcuni cittadini in
forma privata ricorsero all’ARPAC che dopo aver verificato l’effettiva
esistenza di amianto e l’effettiva pericolosità della tettoia dell’ex
spogliatoio, rilasciò una “Relazione
tecnica con determinazioni relative” dove veniva assegnato il secondo grado di
pericolosità e dove si indicava la procedura di smaltimento e rimozione in base
alle normative vigenti.
A
questo punto riteniamo che il Comune di Caserta non possa restare indifferente
di fronte ad una situazione di emergenza sanitaria che rischia di avere pesanti
ripercussioni sulla salute dei residenti, e sarà cura degli organizzatori del
progetto ‘Laboratorio di Quartiere’, insieme ai cittadini, inviare tutti gli
atti e le necessarie sollecitazioni affinché questa giunta, adotti i necessari
provvedimenti per rendere vivibile e salubre questo importante quartiere
cittadino.
Come
Circolo cittadino di Sinistra Ecologia e Libertà, prepareremo una interpellanza
parlamentare per denunciare al Ministro dell’Ambiente la grave situazione che
sopportano migliaia di abitanti della città, e stigmatizzare l’indifferenza
scandalosa delle istituzioni locali di fronte a questi fatti.
Su
questa vicenda il consigliere comunale Norma Naim, nell’ambito del progetto, si
occuperà di proporre le tematiche denunciate al dibattito nei prossimi consigli
comunali.
Caserta,
13 luglio 2013 Circolo cittadino ‘P. Neruda’
Sinistra Ecologia Liberta - Caserta
mercoledì 26 giugno 2013
Comunicato Stampa su iniziative vicenda Lo Uttaro
Sinistra Ecologia Libertà continua nella
sua azione politica al fianco delle associazioni e dei comitati cittadini
interessati all’annoso problema della discarica “Lo Uttaro”.
Il coordinamento “Lo Uttaro”, nato dalle
sinergie dei circoli cittadini di Caserta, Maddaloni e San Nicola la Strada e
con la partecipazione della Federazione Provinciale, ha lo scopo di costruire
insieme alle associazioni e ai comitati interessati un progetto alternativo a
quello proposto dalle istituzioni ritenuto insufficiente e poco efficace al
contenimento del problema.
Nostro intento è di essere tramite tra le
associazioni e i vari livelli istituzionali con i nostri rappresentanti per
ottenere risposte al dramma che raffigura questo ecomostro.
Dopo aver incontrato nei giorni scorsi in
una partecipata assemblea molti dei comitati e delle associazioni presso la
“Casa delle Associazioni” a Caserta, il coordinamento ha deciso di aderire attivamente
alla Giornata dell’indignazione e marcia per l’ambiente a San Nicola la Strada
organizzata per il 27 Giugno alle 18:00 da molte delle Associazioni del
territorio casertano.
In continuità con il modo in cui intendiamo
noi la Politica, ascolto e confronto diretto con i cittadini e con chi affronta
quotidianamente le istanze e le drammaticità del territorio, intendiamo ancora
una volta essere partecipi al fianco di chi sta continuando da anni, nonostante
gli innumerevoli ostacoli e le porte chiuse sul naso, una battaglia che investe
direttamente la salute e la vita propria e dei suoi cari.
Sinistra Ecologia e Libertà – Coordinamento “Lo
Uttaro”
venerdì 21 giugno 2013
Laboratori di quartieri : manifestazione del 22 e 23 giugno
Come già illustrato nella conferenza stampa
tenutasi nella Casa Delle Associazioni in
via G. M. Bosco a Caserta qualche giorno
fa, la manifestazione “Laboratori di Quartiere”
si propone di sperimentare su basi
scientifiche la possibilità di creare un rapporto a tutto campo tra
cittadini, associazioni, partiti
politici, esponenti del mondo culturale legati al territorio, insieme in un
programma articolato, per dare risposte
in ordine ai problemi di lavoro, cultura
e del vivere civile, fuori dalla
banalità con cui vengono affrontati dalle amministrazioni i problemi delle
periferie. Abbiamo sempre evidenziato la volontà di rappresentare come circolo
SEL P.Neruda di Caserta uno spazio di democrazia aperto, disponibile a
dialogare con chiunque ne manifestasse la volontà, tra gli altri l’ ing. Elia Calabrò ha accolto l’invito e ci ha presentato la sua idea, trovando la piena collaborazione del circolo, per la sua realizzazione.
Si è andato così articolando un gruppo che
comprende: Francesco Egido referente di
SEL., il sig, Gennaro Amoriello (presidente del
comitato di quartiere Parco Vanvitelli),
Mena Moretta (presidente del comitato “Acqua Bene Comune”), Francesco
Apperti, (del coordinamento mobilità e consigliere comunale), Vincenzo Gazzillo
(della Casa delle Associazioni), il prof. Marco Sorerntino, la Società
Fotografica Casertana, il gruppo musicale dei “LAIN”, l’attore “Peppe Romano,
che ha consentito di organizzare la manifestazione.
Questa manifestazione è una sperimentazione sociale ma anche
politica, in un contesto che si dimostra
sempre più distante da partiti e istituzioni, ritenuti responsabili di averci
precipitato nella peggiore crisi economica e sociale della storia repubblicana.
D’altro canto, va però registrato che il
proliferare di comitati e associazioni, nati in risposta a questa vera e
propria emergenza istituzionale, come surrogato alla incapacità politica, non riesce ad essere incisivo nelle scelte
politico-amministrative, ancora legate ad
interessi parziali e finalizzati alla ricerca del consenso fine a se stesso,
piuttosto che al bene delle comunità.
Convinti che “La buona politica” è una
pratica possibile, che alla fine, come si
esprime la stessa Costituzione, sono i partiti che organizzano i cittadini
per condizionare la politica, diviene indispensabile
ricucire lo strappo, reso evidente
dall’enorme percentuale di astensioni che si continua registrare ad ogni
tornata elettorale.
Questa manifestazione vuole essere nella
nostra città, angustiata da disinteresse amministrativo, crisi economica e
lacerazioni sociali un piccolo tentativo per riportare la politica tra i rioni
e le periferie, con iniziative di partecipazione e coinvolgimento attivo dei
cittadini, per discutere di problemi, ma anche di soluzioni in un contesto
aperto e disponibile.
La manifestazione si terrà nel rione
Vanvitelli per tutto il corso delle giornate di abato 22 e domenica 23 giugno.
Tutti sono invitati.
Caserta, 21 giugno 2012
Circolo ‘P. Neruda’ Sinistra Ecologia
Libertà - Caserta
domenica 16 giugno 2013
giovedì 16 maggio 2013
L’ACQUA E’ UN BENE SU CUI NON SI DEVE LUCRARE
L’amministrazione
comunale casertana sta calando un altro terribile colpo su una città agonizzante, debilitata ,
svilita e derisa.
Avvantaggiata dalla
sostanziale inconsistenza dell’opposizione in consiglio comunale questa
amministrazione continua a governare la
città di Caserta senza riuscire a
risolvere il benché minimo problema dall’insediamento ad oggi.
I trasporti, i
rifiuti, la ZTL, il traffico, le buche
nelle strade, il Macrico, le cave , le discariche , il Policlinico, il patrimonio artistico monumentale, la
Reggia e il Belvedere di San Leucio, la legalità, sono alcuni dei nodi, citati
alla rinfusa, che andavano affrontati e
risolti. Questa amministrazione li ha anzi
ulteriormente peggiorati.
Quella di Caserta è
un amministrazione virtuale, vive di
apparenza e comunicati verso i problemi dei cittadini, ma si
rivela particolarmente efficiente nello
“sbarazzarsi” di beni e funzioni
pubbliche a favore di qualche privato.
In una città subissata da
cartelli che offrono un abnorme
quantità di appartamenti in vendita o da fittare, a
testimonianza di una grande capacità ricettiva, ma in sofferenza per
mancanza di acquirenti, la giunta si appresta a
consentire la costruzione di
altri trecento appartamenti, bruciando
in questo modo altri 40. 000 mq. di territorio
cittadino. Questa è la risposta al
richiamo della vocazione alla
speculazione edilizia che sembra scolpita nel DNA di questa città e a cui ogni amministrazione
non rinuncia a portare il suo mistico sacrificio. Alla stessa logica rispondono anche l’allocazione di un ristorante
nelle Stalle Reali del Belvedere di San Leucio e la
scellerata delibera con cui si appresta
ad affidare a privati, in concessione
per trent’anni, la gestione del servizio
integrato, di distribuzione dell’acqua
potabile nella città di Caserta.
Con questa delibera
di giunta viene ignorata
la volontà espressa da una
nazione intera, compresa la
pressoché unanime volontà dei cittadini casertani che,
votando il referendum nel 2011, si sono espressi per il 98% contro la mercificazione dell’acqua,
favorevoli, quindi, ad una gestione pubblica dell’acqua nella città di Caserta.
Come si rileva
dalle note della delibera, la scelta dell’amministrazione di concedere ai
privati, per trent’anni la gestione dell’acqua a Caserta viene esplicitamente giustificata ammettendo l’incapacità di dare seguito a
scelte diverse. L’amministrazione,
quindi, si libera semplicemente del
problema perché troppo impegnativo, ignorando
i costi derivanti da questa scelta frettolosa e vergognosa, che graveranno sui cittadini casertani per i prossimi
trent’anni.
E’ da rilevare che
la motivazione di questa scelta è in linea con i dettami di un centro destra
che vuole cogliere tutte le opportunità
di fare profitto privato a tutti i costi, anche su un diritto umano
fondamentale, un bene collettivo come l’acqua. L’acqua costituisce un bene comune irrinunciabile ed
inalienabile, che non può essere proprietà di nessuno. Questa è stata la volontà degli italiani, e non
consentiremo che questa esigenza manifesta possa essere così impunemente
disattesa.
Caserta, 17 maggio 2013
Sinistra Ecologia e Libertà – Circolo ‘P. Neruda’ - Caserta
lunedì 6 maggio 2013
Un contributo al dibattito sulla nuova sinistra
E’ stata una
sequenza di eventi vertiginosi quella che ha interessato la vita
politica del nostro Paese negli ultimi mesi e che si è
conclusa con il voto di fiducia al
governo Letta.
La momentanea stabilità, più che dalla raggiunta solidità della fase
politica, è determinata dalla necessità di tempo che occorrerà a questa insolita coalizione di governo per cominciare ad esprimersi su fatti concreti, e questo ci consente di ragionare, senza
pressioni, su temi più vicini alle
nostre necessità.
Naturalmente va data
una valutazione sullo stato di fatto, partendo
dall’analisi del processo che lo ha innescato e, senza andare troppo in là con la memoria, possiamo attribuirne l’origine ad una data
certa: la resa del governo Berlusconi che, dopo aver negato per tanto tempo la
crisi economica in atto, nel momento in cui
ha impattato con la sua gravità,
ha dovuto rinunciare al mandato
per manifesta incapacità.
Da qui le fasi
successive che tutti abbiamo vissuto e hanno condotto alla campagna elettorale, il cui esito non ha determinato le condizioni per
consentire la formazione di un governo per il Paese.
Da
questo momento si sono sviluppate le
vicende tragicomiche che hanno seguito l’esito elettorale e si sono concluse con
la rielezione (forzata) di Napolitano a Presidente della Repubblica. Non senza aver
prodotto conseguenze collaterali di un certo rilievo: si è consumata in un clima di veleni e colpi
bassi la credibilità, già in discussione, del Partito Democratico e messa a nudo tutta la
sua inconsistenza; si è determinato il
restaurarsi, in una nuova forma alchemica, del governo precedente. Alla fine,
infatti, ha trionfato la spregiudicata
ipocrisia di una nomenclatura politico-istituzionale che, ignorando il giudizio
negativo pagato in termini di milioni di voti persi e il violento moto di
repulsione verso la politica che hanno generato con i loro comportamenti in
Italia, si sono auto-assolti,
promuovendosi come risolutori dei danni
che loro stessi hanno provocato.
E’
stato sconcertante vedere come applaudivano, senza vergognarsi, quando Napolitano
li ha mortificati in Parlamento, per cui
verrebbe da pensare che vivono nell’incoscienza, come se non avessimo dovuto registrare i mille
coinvolgimenti in episodi di cronaca giudiziaria che fanno del tema della moralità il primo
problema di questa classe dirigente.
Si è, quindi,
consumato il disastro annunciato, con il ribaltamento
dell’esito elettorale che, seppure con qualche difficoltà, dovuta ad una ignobile
legge elettorale, aveva chiaramente indicato come vincente la coalizione di centrosinistra.
Ma
Napolitano ed il PD, pur di salvare una casta in disfacimento, si sono resi
responsabili della rinascita di Berlusconi, maggiore
artefice della disastrosa situazione in cui si trova questo Paese, e di avergli
consentito di collocarsi nella posizione
migliore per dettare veti e condizioni a questo governo, presumibilmente finalizzati ai propri interessi e senza
neanche prendersi troppe responsabilità.
In
questo frangente, Sinistra Ecologia e Liberta è stata ai margini, coerente e
lucida nelle sue scelte, ferma nei suoi principi fino in fondo, ma defilata e timida, afflitta da sensi di colpa per un risultato
elettorale ritenuto, ad errore, non
adeguato alle aspettative. Non ci piaceva la prospettiva, che si è poi
concretizzata in alcune dichiarazioni d’intenti, e ci eravamo già attivati,
infatti, contro l’evenienza di confluire
nel PD, perché tra l’altro riportava molti di noi là da dove, a ragione, eravamo scappati.
Finalmente l’iniziativa
dell’11 maggio a Roma apre il cantiere della nuova sinistra, un opzione più vicina e
adeguata alle nostre idee. E nel
quale sembrano affluire, in termini di consenso ed elaborazione, le migliori
forze democratiche della sinistra italiana.
Indubbiamente,
si è chiusa una fase, per Sinistra Ecologia e Libertà, quella della gestazione e
ne va aperta un’altra, che ci porti “oltre”, sul piano organizzativo, strutturale e politico, con i nuovi
contenuti maturati, a colmare
un’esigenza sentita già prima della emergenza elettorale e che può cominciare,
con un atto formale: la modifica del simbolo, rinunciando, come già era stato annunciato,
alla caratterizzazione di Vendola nel simbolo, determinando una
personalizzazione di Sinistra Ecologia e Libertà che ha concluso la sua
funzione. Ma questa è l’unica
concessione formale possibile alla generazione di una nuova forza della
sinistra che vuole includere senza pregiudizi, evitando però una nuova e
logorante fase costituente che parta da zero.
Abbiamo
chiesto e ottenuto di rappresentare i valori della sinistra in Parlamento e ci
siamo riusciti. Ora si deve gestire
questa responsabilità. E’ da qui che si
riparte, da un partito che si è liberato dell’ombra del PD, ma deve impegnarsi
a concretizzare tutte le idee
innovative che abbiamo maturato, annunciato
e sperimentato nel pur breve percorso che ci ha condotto fin qui, compresa la
rivalutazione di esperienze come quella delle “Fabbriche”.
Ma
attenzione a non commettere l’errore di considerare la convocazione degli
stati generali della sinistra nell’ottica di dare risposte alle attuali
emergenze, questo deve essere un cantiere
a cui va concesso il tempo
necessario. I fatti ci dicono che se
vogliamo essere rappresentativi di un aria di pensiero nuovo, non possiamo immaginare di aggregare “la sinistra” su improbabili basi ideologiche, nè legarne il
processo costituente ad una lacunosa e frammentaria continuità storica.
E’ ad un nuovo progetto di
società verso cui dobbiamo orientare l’elaborazione del nostro percorso politico, partendo da un dato inconfutabile:almeno per due generazioni
si è evidenziato nei governi e nelle classi dirigenti politiche e istituzionali l’incapacità
di immaginare e progettare un’ ipotesi di sviluppo per il futuro del
Paese. I governi che si sono succeduti hanno cavalcato il quotidiano e si sono nutriti di tutte le contaminazioni possibili che,
alla fine ne hanno distrutto la credibilità. A dimostrarlo c’è il mostruoso
debito pubblico che ci schiaccia. Ancora una volta, infatti, siamo costretti, ad affrontare i problemi
economici in una condizione di emergenza che non consente una lettura oggettiva
dei dati generali e ci impedisce,quindi, di aprire lo sguardo sulle evidenti difficoltà di un sistema economico
nazionale e internazionale che è letteralmente sfuggito al controllo politico.
E’ inquietante la sensazione di vivere, pressoché impotenti, in un sistema economico mondiale gestito da una “immateriale” centrale
speculativa finanziaria che, come fosse
una setta segreta, controlla un sistema che si è rivelato fragile e inadeguato
e reso incoerente dalla possibilità di essere manipolato sul piano
emotivo.
Ma
su questi temi ci sono novità interessanti da sviluppare per una forza della
sinistra: cominciano ad emergere sistemi di monitoraggio della attività
economico- sociali ( BES) che hanno come
riferimento criteri diversi da quelli
relativi al PIL ( prodotto interno lordo). Con il primo
rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (BES), il Cnel e l’Istat hanno
presentato i risultati di una iniziativa in tema di sviluppo di indicatori sullo stato di salute di un Paese che vadano
oltre il Pil. Il PIL mistifica il
benessere di una nazione quantificandolo a misura del profitto fine a se stesso,
mentre il progresso di una
società va valutato non solo su parametri
di carattere economico, ma anche sociale e ambientale, corredati da
misure di diseguaglianza e sostenibilità. Questo approccio alternativo alle
tematiche economiche evidenzia il diverso impianto culturale su cui dobbiamo
costruire la nuova sinistra.
Il virus della ricerca del consenso come
principale obiettivo politico, è stato il danno maggiore che ha attraversato in
modo trasversale gli schieramenti
politici in questi anni, naturalmente finalizzato a costituire e mantenere
posizioni di privilegio.
Noi,
invece, dobbiamo riportare gli interessi dei cittadini al centro dell’attività
della politica. Sta qui il principio
dell’innovazione che viene richiesta. Il partito, comunque decideremo di
organizzarlo, va inteso come servizio
alla società . Dobbiamo evitare di ridurre la nostra idea di rinnovamento a
puro formalismo, si diventa positivi se
si evidenziano serietà e consequenzialità tra enunciazione e
comportamento, si deve continuare a dimostrare, come abbiamo fatto fin’ ora a partire dai circoli sul territorio, che la democrazia è una pratica e non
un enunciato. Rafforzare la funzione dei circoli sul
territorio per riportare la discussione politica nelle città, nei paesi, nelle
piazze, per sottrarre ai media,
televisione e giornali, il monopolio del dibattito politico che li ha portati a
diventare un ulteriore e interessato centro di potere e non un imparziale
compartecipe.
Lavorare
quindi per riaffermare la consapevolezza
che la condivisione dei problemi e dei costi per affrontarli porta successivamente
a condividere in modo solidale i benefici delle soluzioni, promuovere spazi di
fruibilità per riportare i giovani ad occuparsi di politica e promuoverne l’impegno senza plagiarne la
crescita.
Un
lavoro arduo quello di rigenerare la
politica dei partiti, per riportarla da
come è ridotta ad essere protagonista dei cambiamenti necessari a ricucire con
la società un rapporto lacerato da anni, in cui l’apparato istituzionale e i
partiti politici si sono sempre più chiusi a difesa di posizioni di privilegio.
Il
rinnovamento deve certamente riguardare
anche i quadri dirigenti, che non sia banalmente anagrafico, ma che risponda a
oggettive valutazioni di meriti e fallimenti, in una dinamica
continua che impedisca il consolidarsi di posizioni di potere e promuova la continua formazione di
nuove classi dirigenti.
Ma noi
partiamo da un dato, minimo ma importante, abbiamo chiesto e ottenuto di
rappresentare i valori della sinistra in Parlamento e ci siamo riusciti, ora
dobbiamo gestire questa responsabilità. Una responsabilità che ci accompagna
nella elaborazione del nostro progetto ponendoci nel Parlamento come modello di
comportamento e gestione dei temi politici, senza ambiguità, con intelligenza, durezza e forza.
E non dobbiamo sottovalutare che, seppure si può ipotizzare una lunga permanenza
di questo governo, ci sono molte variabili che ne possono mettere in
discussione la durata, l’esito dei processi di Berlusconi in primo luogo, ma
anche il discorso programmatico di Enrico Letta offre spunti di
riflessione, è una piattaforma
elettorale ipocritamente inclusiva delle programmazioni di tutti i partiti
rappresentati in Parlamento che ignora
totalmente lo stato di fatto in cui si trova il Paese. Tutto è dato per
risolto, no all’aumento dell’IVA, risoluzione dei problemi degli esodati,
sospendiamo l’IMU restituendo quanto versato lo scorso anno, come viene
fermamente sostenuto dal PDL , finanziamenti per prolungare la cassa integrazione in scadenza, il reddito
di cittadinanza, aiuti alle imprese
ecc., ma, come tutti quelli che hanno trattato questi
temi in campagna elettorale, sembra non
tenere conto dello stato dell’economia e
non esplicita come intende finanziare
iniziative così onerose.
L’11 maggio va
quindi inteso come l’avvio di una
discussione che porti a progettare un nuovo modello di società, più giusto e
solidale, che tenda a richiudere il divario, ormai osceno, tra ricchi e poveri
che questo stato di cose ha creato. E aprire una fase nella quale la sinistra
ricomponga la sua reale identità e i valori ai quali si richiama,sia in Italia
che in Europa.
Caserta, 6 maggio
2013
Circolo cittadino
Sinistra Ecologia e Libertà - Caserta
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