martedì 17 dicembre 2013

Il Corno della vergogna

Comunicato Stampa

La vicenda del “Corno Rosso”  ci ha posto, in questi giorni,  alla ribalta nazionale e internazionale,  esponendo questa città  a moti di  scherno e di ironia,  tanto forti, da  costringere il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali  ad intervenire  sul Sindaco Del Gaudio e fargli abbandonare l’arrogante difesa della scelta e  tornare sui suoi passi,  rimuovendo quel coso.
L’installazione, di cui si valuterà la validità artistica quando se ne troveranno le ragioni, è un  iniziativa che rimarca la inadeguatezza culturale con cui l’amministrazione casertana si esprime nei confronti del suo enorme capitale monumentale.
Fare parcheggiare gli autobus turistici  al Monumento ai Caduti o progettare l’insediamento di un  Wine Bar sotto lo scalone del  Belvedere di San Leucio, sono  solo alcune delle poche e fallimentari idee avanzate,  a cui va accumunata anche quest’ultima , che hanno caratterizzato  l’attività  pseudo culturale di questa amministrazione.   
Sono iniziative che  appartengono ad un livello di sottocultura  spendibile nei  reality show, che impedisce ai nostri amministratori di rilevare che il movimento turistico, cui è indirizzato il Corno,  non è costituito da fessacchiotti di cui approfittare, retaggio di un modo di pensare vecchio di  decenni, ma è oggi l’espressione di un movimento culturale nazionale e internazionale di più ampio respiro, molto esigente e  abituato a scegliere tra  offerte culturali di grande valore, accompagnate da una disponibilità di servizi  sempre maggiori e più efficienti.
Ci sarà pure, infatti,  un motivo che porta, in un anno,  dieci milioni di persone a Versailles  e una percentuale trenta volte minore  alla Reggia di Caserta,  attestato che, come valore storico, artistico e monumentale, questa  non ha niente da invidiare alla prima. 
Caserta ha un patrimonio monumentale di tale consistenza che non  ha bisogno per la sua promozione turistica di sprecare risorse in costose banalità  folcloristiche, anzi,  queste sono oltremodo dannose perché sviliscono i significati sociali, culturali e storici  di questo patrimonio che  come comunità abbiamo la responsabilità di custodire, promuovere e valorizzare,  perché sono beni di valore universale che appartengono al Patrimonio dell’Umanità.
Hanno ragione gli studenti, Caserta  ha bisogno di investire in cultura vera,  altro che foto con le spose.
Caserta, 16 dicembre 2013

Circolo ‘P. Neruda’ Sinistrta Ecologia Libertà - Caserta

lunedì 25 novembre 2013

Documento per il congresso provinciale di Caserta


Lo stato di Fatto

La celebrazione del secondo congresso nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà deve rappresentare  il punto di passaggio del nostro partito alla maturità, e portarci “oltre” sul piano organizzativo, strutturale e politico.  Ci deve consentire di rimodulare l’esperienza politica di questi anni in funzione del ruolo di “sinistra” italiana che abbiamo  scelto di rappresentare. Nella stessa ottica, va ottimizzato il ruolo di opposizione in Parlamento, dopo che le vicende post -elettorali hanno fatto svanire la funzione di  governo per cui eravamo candidati. 
Della fallimentare esperienza di “Italia Bene Comune”, resta da gestire la responsabilità di essere  punto di riferimento per la sinistra in Italia, dobbiamo quindi marcare questa connotazione che abbiamo rivendicato e che ci viene riconosciuta.    Ma siamo in ritardo. Il tempo che ci vede  invischiati, sul piano nazionale, nel gioco, truccato, della democrazia che oggi esprime questo Paese, ci logora. Come l’inutile  perdita di tempo speso ad aspettare il Partito Democratico, ostinandoci con ottusa insistenza a non riconoscerne come gravi e irreparabili le mutazioni genetiche che ne hanno determinato la caotica deriva in cui versa, e che lo vede, contestualmente, nel ruolo di governo e di opposizione.
Non ci  ingannino i continui riferimenti al cambiamento, Renzi, Civati o Cuperlo sono già sotto il controllo protettivo della vecchia nomenclatura del partito. Questo rende poco credibile l’avvio dell’auspicato rinnovamento e, soprattutto, marca la deriva centrista di questo partito  costringendoci ad una rivisitazione dei rapporti che SEL vorrà stabilire con esso per il futuro.  
A tale proposito, per evitare di dare un segnale di subordinazione, sarebbe stato meglio anticipare  il nostro congresso rispetto al loro, fugando, così, ogni residua tentazione a migrare in un partito che ha evidenziato tutta la sua inaffidabilità, l’approssimazione e la feroce conflittualità interna, mettendo in discussione ogni  limite etico-morale,  collocandosi, così,  molto distante dal modello di partito che noi vogliamo raggiungere.
Intanto, il nuovo governo, voluto da Napolitano, si è rivelato figlio della spinta restauratrice di un sistema politico logoro e dannoso, che non riesce più a mascherare il fallimento politico ed economico del Paese, diventando di fatto parte del problema.  Consolidandosi le larghe intese, tra PD e PDL , infatti, si sono saldate, più profondamente, le forze portanti dei due blocchi di governo che insieme, alternativamente, anche se con diversa rilevanza, hanno in carico il 100% delle responsabilità della crisi attuale nel nostro Paese.   Un accordo che agisce come un tappo contro le innovazioni di uomini, di merito e di metodo, assolutamente  necessarie per affrontare  questa crisi che, è dimostrato, continua ad  arricchire i ricchi e impoverire, sempre di più, i poveri.
Provvedimenti vuoti, platealmente carichi di ipocrisie, vengono creati come diversivi per sfruttare una disponibilità propria delle situazioni di emergenza, quella di  forzare le scelte e manipolare  le regole. Questo concetto si evidenzia con sufficiente chiarezza nella legge di  stabilità che sta per essere varata, che si configura come una manovra economica approssimativa ed evanescente, che non risolve, nonostante la richiesta di nuovi sacrifici, le penalizzazioni, i balzelli e la costante perdita di posti di lavoro, la fase di  recessione, da cui, unico in Europa,  questo Paese, non riesce ad uscire.
Nel mentre, Berlusconi è ancora lì, a forzare provvedimenti che ne impediscano il definitivo declino, magari un’ amnistia, o nella speranza che dal  ricatto continuo di far cadere il governo possa nascere un accordo che lo rimetta in gioco.
Non sorprende, quindi, che questo governo non riesca a motivare la sua esistenza sulla base dei risultati raggiunti, ma minacci lo spettro di immani catastrofi, in caso di decadenza, come se si potesse andare peggio di come hanno ridotto il paese.
Ma come si esce da questa crisi se stiamo distruggendo l’ambiente, avvelenando il territorio, sperperando il pregresso impianto produttivo costituito da eccellenze universalmente riconosciute, e se costringiamo i nostri giovani ad avviare una nuova stagione di emigrazione, come nel dopoguerra? Con l’aggravante che questa volta a lasciare sono giovani di cultura e di alta preparazione, un patrimonio che viene dilapidato dalla incapacità e mancanza di coraggio, di un governo che si logora nel tamponare le continue emergenze, invece di credere e investire nelle capacità di questi giovani che diventano risorse per i paesi che li accolgono.
Come sempre, è soprattutto il Mezzogiorno a pagare il prezzo più caro della crisi, esposto, senza  difese, in un contesto che ne ha dimenticato la fragilità strutturale,  vede ulteriormente aggravato il rischio, ormai non più sostenibile, di attacco da parte della povertà e della malavita organizzata. Ne è un esempio la catastrofe ambientale in Campania, di cui, la cronaca di questi giorni, grazie alla coraggiosa scelta di trasparenza della presidente Boldrini, fa emergere, in tutta la sua gravità la responsabilità di chi, tenendo segreti i verbali delle deposizioni del pentito Schiavone alla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul ciclo dei rifiuti, si è reso complice di uno scempio che è perseverato, immunemente,  per un altro ventennio. Uno scempio che oggi ci avvilisce perché la sua enormità lo rende pressoché irreparabile.
E non si evidenziano risposte adeguate verso le problematiche  del lavoro, dove si registrano ogni giorno nuovi record negativi dell’occupazione, con percentuali inaccettabili nei confronti dei giovani, il problema dei migranti, dopo l’emergenza dei tanti morti,  è già passato in secondo ordine, mentre tutto l’apparato politico istituzionale si dilania sul problema del voto segreto o palese per la decadenza da senatore di Berlusconi.
Tutto questo, conferma quello che avevamo già rilevato, l’incapacità di questa generazione politica di immaginare e progettare un’ ipotesi credibile di sviluppo per il  futuro del Paese, tutta chiusa a difesa dei propri privilegi che continuano ad essere elargiti, nonostante i continui scandali, a cominciare dal mantenimento della vergognosa legge elettorale. E’una classe politica convinta di rappresentare e governare dei perfetti idioti. Da qui  la necessità che dal nostro congresso prenda corpo un iniziativa che ci porti sulla “STRADA GIUSTA” , che significa porre le basi  per  elaborare il progetto di un nuovo modello di organizzazione sociale ed economica, più giusto e solidale, che tenda a richiudere il divario, ormai osceno, tra ricchi e poveri, che questo stato di cose ha creato.


Ruolo e funzione

Poiché resta compito della politica e dei partiti, come insostituibili strumenti costituzionali, portare a soluzione i problemi di questo Paese, questo congresso deve promuovere, oltre al necessario consolidarsi di una più opportuna struttura organizzativa, l’apertura di una discussione che porti  tutta la “sinistra possibile”,  comprese, quindi, le associazioni, i movimenti ed i singoli cittadini, ad essere protagonisti dei cambiamenti necessari a ricucire con la società un rapporto lacerato da anni, per evitare che tutto continui come adesso.
A questo scopo, come segno di massima apertura al nuovo progetto,  è opportuno andare al superamento  della personalizzazione rappresentata nel simbolo del partito.
Bisogna, infatti, mirare a  riportare alla partecipazione alla vita politica e a questo nuovo progetto, oltre a quote consistenti del discusso centrosinistra, PD, Ingroia, Di Pietro, ecc., quote consistenti di quel 50% di non votanti che hanno scelto di stare fuori, dopo che, come noi, hanno rifiutato di partecipare alla deriva dei vecchi partiti.  Aprire uno spazio praticabile e credibile, aperto a chiunque voglia  impegnarsi a rigenerare uno strumento indispensabile, dimostrando che si può fare buona politica anche nei partiti.
La lettura dei processi politici che hanno interessato la sinistra italiana in questi ultimi anni, ci indicano che, per un nuovo percorso  di aggregazione, non si può  più fare riferimento ad una improbabile base ideologica, né legarsi ad un  processo costituente che si articoli su una superata, lacunosa e frammentaria continuità storica.
C’è, quindi, spazio per agire in un campo più vasto di aggregazione, che consideri i movimenti, le associazioni, i singoli cittadini, avendo consapevolezza che la democrazia si può praticare in modo trasparente  e libero, che si può costruire un partito in cui minoranza e maggioranza non siano “stati patologici cronici”, ma momenti di una dinamica democratica in continua evoluzione che privilegia i temi politici, non l’appartenenza ad un gruppo, una corrente  o ad un capo, che deve accreditarsi quote,  frazionarie, di potere.
La difesa della Costituzione indicata come “via maestra” per rimettere insieme la sinistra può rappresentare un buon viatico, perché in essa sono contenuti i valori in cui crediamo.
Noi pensiamo che sia possibile sviluppare una risposta alternativa, “di Sinistra”  alla fallimentare scivolata  neoliberista della globalizzazione. All’introduzione dell’euro, non ha fatto seguito l’unione politica dell’Europa, questo è un limite che ha  determinato, nella fase di crisi, una competitività tra le nazioni appartenenti alla comunità europea che va superata, rilanciando la costruzione di una nuova fase costituente continentale.
Questa Europa delle nazioni, degli interessi corporativi, delle rendite di posizione degli stati forti sui deboli, abbinati alla mancata armonizzazione delle politiche fiscali, finanziarie e sociali, sta generando squilibri e risentimenti popolari che stanno pericolosamente ingrossando le fila dei partiti populisti, para-fascisti e anti-europei.
La ‘Strada Giusta’ è quindi anche quella di una sempre più consistente spinta verso l’integrazione europea, dove sia garantita la dignità di ogni popolo e di ogni singola persona sostenendo e garantendo in ogni paese,  la promozione sociale, i diritti dei cittadini e dei lavoratori, l’accoglienza dei flussi migratori, la  difesa dell’ambiente e della salute. Dove, sull’esempio dei paesi federali, qualsiasi stato dell’Unione non sia lasciato al suo destino, e le sue popolazioni non siano mortificate da inapplicabili misure di rigore oltre ogni limite di sopportazione.
Il prossimo appuntamento elettorale riguarda proprio il Parlamento Europeo ed è nella nostra collocazione nel Partito del Socialismo Europeo la prospettiva della nuova sinistra italiana.
E’ tempo  di prendere coscienza dell’evidente difficoltà di un sistema economico e politico nazionale e internazionale che si è rivelato fragile ed inadeguato, eccessivamente soggetto a  fattori speculativi ed emotivi, quindi incoerente e manipolabile.
Il capitalismo e le sue mutazioni, posto come base ideologica dei nostri tempi, è imploso, ha mistificato il suo fallimento confondendone gli esiti con la ineluttabilità della globalizzazione,  una parola  che è servita per giustificare l’inadeguatezza della politica  nei confronti di un mercato sempre meno reale e sempre più finanziario.  Ma oggi  sono già in campo, sul piano culturale ed economico,  ipotesi alternative che hanno bisogno del necessario supporto politico  per attivare l’elaborazione di un progetto diverso
Esiste, ad esempio, un avviato sistema di monitoraggio della attività economico- sociale  che ha come riferimento  parametri diversi da quelli relativi  al  PIL ( prodotto interno lordo) o  dell’ andamento dello  spread.  Il profitto fine a se stesso non può più essere  la misura della crescita della civiltà del terzo millennio. Nel 2013 è uscito il primo rapporto sul BES (Benessere Equo e Solidale) che si inquadra in un  articolato di dodici punti nodali su cui si basa una nuova valutazione dell’apporto socio economico e politico della nostra civiltà.  “Il progetto per misurare il benessere equo e sostenibile – nato da un’iniziativa del Cnel e dell’Istat – si contestualizza  nel dibattito internazionale sul cosiddetto “superamento del Pil”, stimolato dalla convinzione che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non debbano essere solo di carattere economico, ma anche sociale e ambientale, corredati da misure di uguaglianza di opportunità e sostenibilità.”
Il rapporto  “BES”  è  quindi una base scientifica che contribuisce  a definire che cosa conta davvero  per l’Italia, partendo dai bisogni reali dei cittadini e rendendo concreta la possibilità di superare gli attuali parametri, che altro non sono che misuratori del profitto in modo indiscriminato ed egoistico.

Organizzazione

Abbiamo condiviso e sostenuto, come partito, in ipocrito anonimato, la manifestazione in difesa della Costituzione , “La Via Maestra” , quindi,  l’assunto costituzionale che conferisce ai Partiti la funzione di strumento per l’attuazione del principio democratico e della sovranità popolare, affermando che i cittadini hanno il diritto “di associarsi liberamente in partiti per concorrere a determinare con metodo democratico la politica nazionale”. Coerentemente con questo assunto, e riconoscendo, per quanto ci si possa camuffare, in questi tempi di anti-politica, la necessità dei partiti di essere comunque il veicolo dell’azione politica, nell’agenda del prossimo congresso  bisognerà inserire il tema di come si riorganizza Sinistra Ecologia e Libertà, come partito meno evanescente di quello fino ad oggi percepito da simpatizzanti e aderenti.
In provincia di Caserta, più che in altri territori, il tema della organizzazione ha inciso negativamente. Sia l’ultima tornata elettorale delle  amministrative del maggio 2013, sia il precedente turno delle elezioni politiche si sono chiuse senza entusiasmare, confermando le difficoltà evidenziatesi già nella rabberciata impostazione data alla partecipazione alle primarie. Al tema della organizzazione, va anche ricondotta, indirettamente, la totale assenza di Sinistra Ecologia e Libertà della provincia di Caserta, in tutta la filiera istituzionale, (Provincia, Regione, Parlamento). Un tema già posto, ma irrisolto,  che marginalizza il partito casertano anche sulle tematiche che hanno  ricadute specifiche sul suo territorio, come la questione ambientale, legate all’inquinamento dei suoli e  della  cosi detta “Terra dei Fuochi”, pur egregiamente trattati, dai nostri parlamentari, in sede nazionale e regionale.
Ma il tema delle carenze organizzative, e comunicative,  si ripropone ogni qualvolta il partito si esprime senza  una forte caratterizzazione, ci siamo collocati in un limbo che ci priva della necessaria visibilità anche nei processi di cui siamo promotori.
Veniamo, alternativamente, catalogati come partito e quindi emarginati nel generalizzato e irrazionale rifiuto della politica  che sta attraversando tutti i movimenti e le associazioni e  tendiamo  a spersonalizzarci nei rapporti con gli altri partiti. 
In questo congresso,  su queste considerazioni,  Sinistra Ecologia e Libertà  deve dotarsi, sul piano organizzativo, di una capacità progettuale più efficiente, ponendo rimedio alle difficoltà  che, in qualche caso, pur nascendo su giuste linee di principio, diventano penalizzanti nella pratica politica. 
Considerata l’impraticabilità, visto  il sostanziale fallimento di tutti i tentativi fatti,  di organizzare un ”partito liquido”, ipoteticamente funzionante solo se si lega all’obbrobrio di una legge elettorale come il “porcellum”,  vanno trovate misure adeguate a rinforzare e radicare maggiormente le funzioni delle strutture territoriali, salvaguardando la logica di dare massima apertura alla partecipazione delle associazioni, dei  movimenti e dei singoli cittadini.
Vanno quindi  precisate le funzioni del tesseramento che non può rimanere  a livello nazionale,  perché crea distacco tra la adesione generica alla linea politica nazionale e le specificità dei territori, e in molti casi nega la possibilità di stabilire un rapporto con gli iscritti, rendendo difficile la comunicazione, la convocazione e la condivisione delle iniziative delle attività  e dei contenuti politici dei circoli sui territori.
Viene inoltre limitata anche una minima possibilità di finanziamento, pur necessario per un attività sul territorio.
Ma vanno rivisti un po’ tutti i temi dell’organizzazione:l’azzeramento delle doppie cariche; la funzione dei rappresentanti parlamentari nei territori; la selezione della classe dirigente, per cui dobbiamo impegnarci in un rinnovamento che non sia banalmente anagrafico, ma che risponda a oggettive  valutazioni  di meriti e  fallimenti, in una dinamica continua che impedisca il consolidarsi di posizioni di potere e  promuova la formazione di sempre nuove classi dirigenti, fatte da giovani, a cui va garantita la possibilità di maturare le giuste esperienze per una corretta crescita politica; la decodificazione di un rapporto con le associazioni e i movimenti che ancora ci identificano, sopportandoci a fatica, come controparte, perché siamo  accumunati nel generico e irrazionale rifiuto dei partiti e del distacco dalla politica.
In conclusione l’auspicio è che questo partito, arrivato dopo soli tre anni dalla sua costituzione ad avere una rappresentanza istituzionale, possa essere percepito come una realtà diversa dalle vecchie nomenclature politiche che hanno fatto fallire questo paese, ed in grado di proporre i valori di una sinistra che, in Italia come altrove, trova difficoltà ad affermarsi come classe dirigente. Valori che sono quelli della solidarietà sociale, della eguaglianza delle opportunità, del benessere diffuso, della dignità del lavoro, della politica come servizio alla collettività e della preservazione dell’ambiente.


Sinistra Ecologia e Libertà,  circolo  P.Neruda Caserta
Facebook  - selcaserta


sabato 23 novembre 2013

Assemblea pre-congressuale di circolo

Comunicato stampa

Si è tenuta nella giornata di giovedì 21 novembre l’annunciata assemblea degli iscritti  al Circolo SEL P.Neruda di Caserta , in preparazione degli appuntamenti congressuali  che si susseguiranno fino alla celebrazione del 2° congresso nazionale del gennaio 2014.

Una discussione ricca di interventi, protrattasi per oltre tre ore, che ha sviscerato le problematiche del complesso momento politico nazionale e territoriale.
Di particolare interesse gli interventi che hanno marcato la qualificata partecipazione dei nuovi iscritti  al circolo casertano.

Viene confermato l’impegno per rigenerare, nell’ottica della difesa del dettato costituzionale,  il partito, come forma di aggregazione con cui si organizza la rappresentanza politica dei cittadini. Consci della difficoltà che questo rappresenta, soprattutto in questo momento, siamo anche consapevoli di poter dimostrare che si può fare, anche nei partiti, buona politica, rendendo praticabile, per tutti, uno spazio di partecipazione  reale e democratico.
Perché, come è stato sottolineato in molti  interventi, è sentita sempre più fortemente l’esigenza di contribuire a costruire per l’Italia e per l’Europa un nuovo punto di riferimento : La sinistra.

Oltre agli aspetti legati alle scadenze congressuali, tra cui la discussione  di un documento elaborato dal circolo come contributo al dibattito congressuale,  sui temi  politici e organizzativi  che  SEL dovrà affrontare, si è dibattuto  della situazione nella città capoluogo.

E’ emerso soprattutto per Caserta la necessità di stimolare la riapertura di un dibattito nella sopita opposizione per smascherare le ipocrisie di un’ amministrazione che partecipa alle marce per la difesa dell’ambiente e lascia, in tutta la sua pericolosità, come abbiamo segnalato da mesi, l’amianto nel Rione Vanvitelli e si appresta a raggirare gli esiti referendari sul tema dell’acqua pubblica con iniziative amministrative per  l’avvio di una gara per l’affidamento ai privati. Ma è nell’imminenza della votazione del Bilancio Comunale che sarebbe opportuna una forte azione congiunte delle opposizioni, considerando che questa città non è più in grado di sostenere ulteriori pressioni tributarie, stremata com’è da una crisi economica, sociale ed occupazionale senza precedenti.

E’ dal territorio, da questo territorio, che il Circolo di Caserta di SEL intende stimolare l’impegno e l’azione politica della federazione provinciale, facendo in modo che il prossimo congresso rilanci l’azione e la propositività della sinistra per affrontare e risolvere le tante emergenze che stiamo vivendo.

Caserta, 23/11/2013


Sinistra Ecologia e Libertà Circolo ‘ Pablo Neruda’ Caserta

venerdì 8 novembre 2013

SEL Caserta aderisce alla manifestazione del 9 novembre 'Caserta vuole vivere'

La gravità delle problematiche legate agli sconvolgimenti ambientali che la provincia di Caserta ha subito dal connubio politica – camorra per oltre vent’anni, ci vede come Sinistra Ecologia e Libertà, concretamente impegnati nel porre rimedio al disastro accertato.
Con un atto di grande coraggio, considerato il precedente, la Presidente  della Camera dei Deputati, Boldrini,  togliendo il segreto  sui verbali delle interrogazioni del pentito di camorra Schiavone, reso alla Commissione Parlamentare d’ Inchiesta sul Ciclo dei Rifiuti, ha evidenziato le responsabilità che hanno consentito che uno scempio, così denunciato, durasse per altri vent’anni.

Inoltre , nostri  parlamentari,  in questi giorni hanno presentato e fatto approvare una mozione di grande importanza che impegna il Parlamento a procedere in tempi rapidi al ripristino di accettabili condizioni ambientali e sanitarie attraverso una imponente operazione di bonifica, tutela del territorio, prevenzione e rilevazione della situazione epidemiologica nelle aree interessate.


Tuttavia , consapevoli della nostra parzialità, rispettiamo e contribuiamo allo sviluppo di  altre esperienze, presentando come circolo Cittadino di Sinistra Ecologia e Liberta la nostra adesione ala manifestazione “Caserta Vuole Vivere” di domani 9 novembre  2013.

Caserta, 8 novembre 2013


Sinistra Ecologia e Libertà,  circolo  P.Neruda Caserta

L’impegno concreto di SEL per la tutela ambientale e sanitaria del nostro territorio.

Nella giornata di martedi 5 novembre sono state accolte dalla Camera una serie di mozioni di Sinistra Ecologia e Libertà inerenti la bonifica e la salvaguardia ambientale e sanitaria dei territori devastati dagli sversamenti illegali nell’area oramai tristemente nota come ‘Terra dei Fuochi’.
In particolare i deputati e senatori campani di Sinistra Ecologia e Libertà hanno visto accogliere le sollecitazioni che da tempo esercitano per attuare da subito un intervento governativo massiccio ed efficace per questi martoriati territori.
Le mozioni impegnano il governo a "porre in essere tutte le forme di controllo incisivo del territorio campano per far cessare il criminale e illecito sversamento di rifiuti tossici in zone agricole e ad alta densità abitativa; a intraprendere gli improrogabili interventi di bonifica del territorio campano, ad avviare, con un adeguato coinvolgimento del ministero della Salute, una massiccia campagna di indagini epidemiologiche per far luce sull'impatto delle contaminazioni sulla salute delle popolazioni residenti, anche dando ampia pubblicità ai risultati, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla nocivita' di certi comportamenti criminali".
Si impegna inoltre il governo a "istituire un tavolo tecnico permanente, che funga da cabina di regia, al ministero dell'Ambiente, coinvolgendo le associazioni e i comitati di cittadini da anni impegnati nelle lotte a difesa del territorio, personalità del mondo scientifico competenti in materia e rappresentanti di regione ed enti locali; ad assumere iniziative normative per consentire ai comuni interessati l'allentamento del patto di stabilita', indispensabile con riferimento esclusivamente ai capitoli relativi alla realizzazione di questi interventi in campo ambientale (monitoraggio, rimozione dei rifiuti abbandonati e loro corretto smaltimento)". Si è chiesto inoltre all'esecutivo di "attivare e aumentare le risorse finanziarie pubbliche per far decollare il settore delle bonifiche; svolgere immediatamente analisi a tappeto nel vasto territorio interessato, a cominciare da quello indicato dai vari collaboratori di giustizia come luogo di sversamento dei rifiuti tossici da parte della criminalità organizzata, anche relativamente alle falde acquifere; avviare rapidamente la perimetrazione dei terreni interessati da coltivazioni e allevamenti nelle aree coinvolte, per consentirne la conversione in agricoltura cosiddetta 'no food'; rendere pubblici i nominativi delle società coinvolte a qualsiasi titolo nella produzione, nel trasporto e/o nello smaltimento illecito di materiali tossici; perpetuare una politica di inasprimento delle pene per i reati ambientali, da assimilarsi, a tutti gli effetti, sostanziali e processuali, a quelli di stampo mafioso e/o terroristico; vigilare che i lavori eventualmente affidati a ditte specializzate nel settore, non siano in alcun modo riconducibili, direttamente e indirettamente, a persone legate alla criminalità organizzata".
L’accoglimento di queste istanze dimostra che i partiti possono continuare a svolgere un lavoro di raccordo diretto, operativo ed attuativo, delle esigenze e delle priorità  che provengono dai cittadini, movimenti e comitati, e che è possibile recuperare il discredito della politica mettendosi al servizio della collettività.
Caserta, 8 novembre 2013

Circolo cittadino ‘P. Neruda’ Sinistra Ecologia Libertà - Caserta

lunedì 21 ottobre 2013

Nota su housing sociale a Caserta

Qualche volta, se si raggiunge il risultato, bisogna anche sapersi accontentare. In aggiunta alla posizione del PD cittadino, certo avrebbe assunto tutto un altro senso se i dieci consiglieri comunali di maggioranza che hanno annunciato di votare contro la proposta di Housing Sociale nel prossimo consiglio comunale di Caserta, avessero motivato la scelta,  non per, come appare dai giornali, un dispetto per una poltrona che non si riesce ad ottenere,  ma per la consapevole volontà di agire per il bene della città e impedire un ulteriore scempio.
In una città subissata in maniera abnorme da  cartelli che offrono appartamenti in vendita o da fittare, a testimonianza di una grande capacità ricettiva, ma in sofferenza per mancanza di acquirenti, la Giunta guidata dal Sindaco Del Gaudio si appresta a  seguire l’irresistibile richiamo dell’ edilizia, scolpito nel DNA di questa città, già devastata dalla speculazione,  proponendo la costruzione  di altri trecento appartamenti,  bruciando in questo modo altri 40. 000  mq.  di territorio  cittadino. 
Sinistra Ecologia e Libertà  circolo P. Neruda di Caserta si unisce a quanti hanno manifestato la loro contrarietà alla proposta di Housing Sociale in discussione nel prossimo consiglio comunale. E si oppone fermamente alla vocazione cementificatoria  di una amministrazione che si dimostra insensibile invece alle reali esigenze di Caserta e dei suoi cittadini.

Caserta, 21 ottobre 2013

Il Circolo SEL  P. Neruda  Caserta



venerdì 19 luglio 2013

Comunicato Stampa

È sempre più avvilente seguire le vicende politiche della città di Caserta.Ogni tanto sembra aprirsi uno spiraglio che riaccende la speranza, come nel caso del nuovo gruppo consiliare che si è formato o perché si rimpasta qualche assessore, per poi constatare che, come nel  pentolone di un alchimista che rimescola sempre  intrugli diversi,  alla fine esce sempre lo stesso brodo.
Un dato è certo: molti dei  problemi, le cui risoluzioni potrebbero portare qualche beneficio alla vivibilità dei cittadini, languono irrisolti, e altri, più seri,  incancreniscono  sottovalutati e liquidati con qualche banale esternazione  a “tolleranza zero”. Intanto le cose che stanno a cuore agli amministratori acquistano una consistenza del tutto diversa e portano a scelte devastanti per la città: housing sociale, acqua ai privati, insediamento di industrie insalubri. Questi provvedimenti vengono portati avanti incontrastati, anche grazie ad  un opposizione inesistente che riesce a farsi male da sola anche nelle poche iniziative che pone in essere.
L’evidenza della totale assenza dalla politica cittadina del Partito Democratico, che dovrebbe essere riferimento per il centrosinistra casertano, è un elemento destabilizzante per tutta l’opposizione. Nelle ultime esternazioni, quando si esprime, il PD non  interviene con  contenuti politici, ma per dissociarsi da e correggere i suoi rappresentanti in consiglio comunale. Questo si è  registrato recentemente, dopo le forti polemiche sollevatesi in seguito alla scelta di votare a favore dell’amministrazione contro la proposta della consigliera Norma Naim  di Speranza per Caserta, nell’ultimo consiglio comunale.  
Un comportamento sul piano politico molto discutibile perché, anche riconoscendo la possibilità di una differente valutazione di merito per risolvere il problema o pretestuosi errori di comportamento della consigliera Naim di Speranza per Caserta, andava tenuto conto che  il Sindaco di Caserta è stato ed è parte attiva nell’insediamento della New Ecology nel territorio dello Uttaro.
Queste vicende ci pongono di fronte ad una nuova realtà con cui dobbiamo misurarci anche sul piano locale. La fase di contaminazione  tra PDL e PD è giunta ad avviare apertamente un processo di conformazione alla logica nazionale delle larghe intese (vedi Mondragone, dove si è costituita un’amministrazione PD-PDL, per altro già in crisi). A Caserta si raggiunge lo stesso obiettivo con metodi  più sofisticati, siparietti da avanspettacolo camuffano un gioco di sponda che permettono all’amministrazione comunale del PDL di operare in modo disastroso per la città,  senza avere opposizione, ma anzi, con qualche esplicita apertura del Partito Democratico.  Il riferimento va oltre l’episodio già segnalato sull’iniziativa della consigliera Norma Naim, anche se il gesto assume un valore importante perché di fatto, riconferma una disponibilità inquietante che il PD casertano aveva già mostrato avallando altre preoccupanti  scelte di quest’amministrazione su alcuni temi cruciali, come nel caso  della delibera che  attribuisce la Gestione dell’Acqua ai Privati  o dell’Housing Sociale che offre alla speculazione edilizia 40.000 mq. di territorio cittadino.

Caserta, 19 luglio 2013

Sinistra Ecologia e Libertà - Circolo P.Neruda - Caserta


martedì 16 luglio 2013

La vertenza contro le scelte antireferendarie del comune di Caserta arriva in Parlamento


Su richiesta del Comitato Acqua bene comune di Caserta, il 17 giugno,  il gruppo parlamentare del Partito di Sinistra ecologia e libertà alla Camera dei Deputati, ha sottoposto al Ministro dell’Ambiente, al Ministro delle Infrastrutture e a quello degli Affari Regionali,   una Interrogazione Parlamentare a risposta scritta tesa ad avere tutti i chiarimenti necessari concernenti  il corso più che discutibile e antireferendario intrapreso dall’amministrazione casertana  in tema di gestione dei servizi idrici, tanto più preoccupante considerata l’area ad alta presenza di capitali illegali e dove privatizzare rischia di significare, in concreto, la consegna ad ambigui speculatori per molti anni della gestione di risorse essenziali.
L’Interrogazione Parlamentare, della quale si allega fotocopia, è stata presentata dall’onorevole Arturo Scotto.
Il coinvolgimento diretto del Parlamento, attraverso i suoi rappresentanti più coscienti, rappresenta solo un aspetto delle iniziative politiche organizzate nella provincia di Caserta  per merito dell’autodeterminazione popolare e dei comitati che si autocostituiscono per organizzare la lotta contro il culto ingiustificato del “privato è bello” in materia di governo dell’acqua. Il peggioramento della vita dei cittadini si è venuto ad accentuare con le sconsiderate scelte politiche privatistiche intraprese negli ultimi anni dai partiti politici di destra, ma anche di centro sinistra, frutto di una concezione neo-liberista dell’amministrazione pubblica. La privatizzazione dell’acqua e le relative conseguenze per i cittadini, come nell’Ato3 sarnese-vesuviano della Campania,  sono un esempio lampante di queste conseguenze.
L’ Acqua è un bene pubblico, un diritto naturale ed inalienabile dell’essere umano,  quindi non può essere fatto oggetto di speculazione e profitto. E’ inaccettabile che l’acqua diventi, come diceva Massimo Troisi, “una cosa con cui invece di bere qualcuno ci mangia”.


Comitato acqua bene comune Caserta

sabato 13 luglio 2013

Il sindaco si vende la tua acqua.

Il sindaco si vende la tua acqua.
Digli di no.
Vuole calpestare il tuo voto al referendum 2011  e la Costituzione.
ATTIVATI
INFORMATI
PARTECIPA
·       16 luglio ore 19  Incontro organizzativo e informativo
                Piazza Pitesti Parrocchia Buon Pastore
·       18 luglio ore 18  Presidio di protesta
                            Piazza Vanvitelli fronte Comune

La cittadinanza è invitata
Prime adesioni: Arci,WWF Caserta,Aido Caserta,Comitato emergenza rifiuti ,Fp Cgil Caserta,
Pax Christi Caserta,Movimento Speranza per Caserta,SEL circolo "P.Neruda" Caserta
Consigliere comunale Luigi Cobianchi,Comitato Cittadino San Nicola La Strada, gruppo Unione mediterranea Caserta

Fb: Coordinamento acqua bene comune (Caserta e Provincia)

Amianto al Parco Vanvitelli: Del Gaudio faccia la sua parte

Nelle due giornate di ascolto e confronto con i cittadini del Parco Vanvitelli, tenutesi nell’ambito del progetto ‘Laboratorio di quartiere’, ideato dall’Ing. Elia Calabrò, e coordinato da un gruppo di realtà casertane (Comitato di Quartiere Vanvitelli, Casa delle Associazioni di Caserta, Società fotografica Casertana, Comitato per l’Acqua bene comune, Comitato Città Viva, etc…) che assieme al Circolo cittadino Pablo Neruda di SEL hanno deciso di collaborare per il progetto, è risaltato in tutta la sua gravità anche un problema di emergenza ambientale che da anni affligge questo popoloso quartiere della città di Caserta.
Nello specifico è emersa la presenza di amianto sul 20% delle coperture degli edifici del Parco, in particolare sulla tettoia dell’ex spogliatoio dell’ormai dimenticato campo di calcio situato al centro del Parco ed oggi adibito a Circolo di Quartiere. La gravità della situazione deriva dal fatto che la tettoia, fortemente danneggiata, rilascia polveri di amianto, i cui terribili effetti che possono avere sulla salute dei cittadini è anche superfluo spiegare. Il Circolo Cittadino di SEL che nel Laboratorio di Quartiere con Egido Francesco prende il ruolo di Coordinatore del Back-End, ha deciso di mobilitarsi per la risoluzione di questo primo e più importante problema venuto fuori nelle due giornate di ascolto nel Quartiere.
Questa storia dell’amianto nel Parco e della bonifica relativa ci riporta ad una  storica querelle, fatta di  polemiche e ricorsi legali tra l’IACP e gli abitanti del quartiere, in quanto, l’ente pubblico, dopo aver proceduto alla bonifica dell’80% dell’area, in base alle disposizioni della legge 257/92, si è successivamente rifiutato di completare l’opera di risanamento, adducendo una presunta presa in responsabilità del restante onere a carico dei cittadini del Parco. Un ricorso avanzato dai residenti, e accolto dal TAR, ha escluso questo obbligo per i cittadini. Da quel momento i fatti restano tali; i lavori non vengono più ripresi e l’amianto resta sui tetti dei residenti. Nel 2004 alcuni cittadini in forma privata ricorsero all’ARPAC che dopo aver verificato l’effettiva esistenza di amianto e l’effettiva pericolosità della tettoia dell’ex spogliatoio, rilasciò  una “Relazione tecnica con determinazioni relative” dove veniva assegnato il secondo grado di pericolosità e dove si indicava la procedura di smaltimento e rimozione in base alle normative vigenti.
A questo punto riteniamo che il Comune di Caserta non possa restare indifferente di fronte ad una situazione di emergenza sanitaria che rischia di avere pesanti ripercussioni sulla salute dei residenti, e sarà cura degli organizzatori del progetto ‘Laboratorio di Quartiere’, insieme ai cittadini, inviare tutti gli atti e le necessarie sollecitazioni affinché questa giunta, adotti i necessari provvedimenti per rendere vivibile e salubre questo importante quartiere cittadino.
Come Circolo cittadino di Sinistra Ecologia e Libertà, prepareremo una interpellanza parlamentare per denunciare al Ministro dell’Ambiente la grave situazione che sopportano migliaia di abitanti della città, e stigmatizzare l’indifferenza scandalosa delle istituzioni locali di fronte a questi fatti.
Su questa vicenda il consigliere comunale Norma Naim, nell’ambito del progetto, si occuperà di proporre le tematiche denunciate al dibattito nei prossimi consigli comunali.

Caserta, 13 luglio 2013 Circolo cittadino ‘P. Neruda’  Sinistra Ecologia Liberta - Caserta

mercoledì 26 giugno 2013

Comunicato Stampa su iniziative vicenda Lo Uttaro



Sinistra Ecologia Libertà continua nella sua azione politica al fianco delle associazioni e dei comitati cittadini interessati all’annoso problema della discarica “Lo Uttaro”.

Il coordinamento “Lo Uttaro”, nato dalle sinergie dei circoli cittadini di Caserta, Maddaloni e San Nicola la Strada e con la partecipazione della Federazione Provinciale, ha lo scopo di costruire insieme alle associazioni e ai comitati interessati un progetto alternativo a quello proposto dalle istituzioni ritenuto insufficiente e poco efficace al contenimento del problema.

Nostro intento è di essere tramite tra le associazioni e i vari livelli istituzionali con i nostri rappresentanti per ottenere risposte al dramma che raffigura questo ecomostro.

Dopo aver incontrato nei giorni scorsi in una partecipata assemblea molti dei comitati e delle associazioni presso la “Casa delle Associazioni” a Caserta, il coordinamento ha deciso di aderire attivamente alla Giornata dell’indignazione e marcia per l’ambiente a San Nicola la Strada organizzata per il 27 Giugno alle 18:00 da molte delle Associazioni del territorio casertano.

In continuità con il modo in cui intendiamo noi la Politica, ascolto e confronto diretto con i cittadini e con chi affronta quotidianamente le istanze e le drammaticità del territorio, intendiamo ancora una volta essere partecipi al fianco di chi sta continuando da anni, nonostante gli innumerevoli ostacoli e le porte chiuse sul naso, una battaglia che investe direttamente la salute e la vita propria e dei suoi cari.

Sinistra Ecologia e Libertà – Coordinamento “Lo Uttaro”

                                                                                                                              

venerdì 21 giugno 2013

Laboratori di quartieri : manifestazione del 22 e 23 giugno

Come già illustrato nella conferenza stampa tenutasi  nella Casa Delle Associazioni in via G. M. Bosco  a Caserta qualche giorno fa,  la manifestazione “Laboratori di Quartiere” si  propone di sperimentare su basi scientifiche la possibilità di creare un rapporto a tutto campo tra cittadini,  associazioni, partiti politici, esponenti del mondo culturale legati al territorio, insieme in un programma articolato,  per dare risposte in ordine ai problemi di lavoro,  cultura e del vivere civile,  fuori dalla banalità con cui vengono affrontati dalle amministrazioni i problemi delle periferie. Abbiamo sempre evidenziato la volontà di rappresentare come circolo SEL P.Neruda di Caserta uno spazio di democrazia aperto, disponibile a dialogare con chiunque ne manifestasse la volontà,  tra gli altri l’ ing.  Elia Calabrò  ha accolto l’invito e ci ha  presentato la sua idea,  trovando la piena collaborazione  del circolo, per la sua realizzazione.
Si è andato così articolando un gruppo che comprende: Francesco Egido   referente di SEL.,  il  sig, Gennaro Amoriello (presidente del comitato di quartiere Parco Vanvitelli),  Mena Moretta (presidente del comitato “Acqua Bene Comune”), Francesco Apperti, (del coordinamento mobilità e consigliere comunale), Vincenzo Gazzillo (della Casa delle Associazioni), il prof. Marco Sorerntino, la Società Fotografica Casertana, il gruppo musicale dei “LAIN”, l’attore “Peppe Romano, che ha consentito di organizzare la manifestazione.
Questa manifestazione è  una sperimentazione sociale ma anche politica,  in un contesto che si dimostra sempre più distante da partiti e istituzioni, ritenuti responsabili di averci precipitato nella peggiore crisi economica e sociale della storia  repubblicana.
D’altro canto, va però registrato che il proliferare di comitati e associazioni, nati in risposta a questa vera e propria emergenza istituzionale, come surrogato alla incapacità politica,  non riesce ad essere incisivo nelle scelte politico-amministrative, ancora legate  ad interessi parziali e finalizzati alla ricerca del consenso fine a se stesso, piuttosto che al bene delle comunità.
Convinti che “La buona politica” è una pratica possibile, che alla fine, come  si esprime la stessa Costituzione, sono i partiti che organizzano i cittadini per  condizionare la politica, diviene indispensabile ricucire lo strappo,  reso evidente dall’enorme percentuale di astensioni che si continua registrare ad ogni tornata elettorale.
Questa manifestazione vuole essere nella nostra città, angustiata da disinteresse amministrativo, crisi economica e lacerazioni sociali un piccolo tentativo per riportare la politica tra i rioni e le periferie, con iniziative di partecipazione e coinvolgimento attivo dei cittadini, per discutere di problemi, ma anche di soluzioni in un contesto aperto e disponibile.
La manifestazione si terrà nel rione Vanvitelli per tutto il corso delle giornate di abato 22 e domenica 23 giugno.
Tutti sono invitati.
Caserta, 21 giugno 2012
Circolo ‘P. Neruda’ Sinistra Ecologia Libertà - Caserta



giovedì 16 maggio 2013

L’ACQUA E’ UN BENE SU CUI NON SI DEVE LUCRARE


L’amministrazione comunale casertana sta calando un altro terribile colpo  su una città agonizzante, debilitata , svilita  e derisa.
Avvantaggiata dalla sostanziale inconsistenza dell’opposizione in consiglio comunale questa amministrazione  continua a governare la città di Caserta  senza riuscire a risolvere il benché minimo problema dall’insediamento ad oggi.            
I trasporti, i rifiuti, la ZTL, il  traffico, le buche nelle strade, il Macrico, le cave , le discariche , il Policlinico,  il patrimonio artistico monumentale, la Reggia e il Belvedere di San Leucio, la legalità, sono alcuni dei nodi, citati alla rinfusa,  che andavano affrontati e risolti.  Questa amministrazione  li ha anzi  ulteriormente  peggiorati. 
Quella di Caserta è un amministrazione  virtuale, vive di apparenza e comunicati verso i problemi dei cittadini,  ma  si rivela  particolarmente efficiente nello “sbarazzarsi”  di beni e funzioni pubbliche a  favore di qualche privato.
In una città subissata  da  cartelli che offrono un abnorme  quantità  di  appartamenti in vendita o da fittare, a testimonianza di una grande  capacità ricettiva, ma in sofferenza per mancanza di acquirenti, la giunta si appresta a  consentire la costruzione  di altri trecento appartamenti,  bruciando in questo modo altri 40. 000  mq.  di territorio  cittadino.  Questa è la risposta  al  richiamo della vocazione  alla speculazione edilizia che sembra scolpita nel DNA  di questa città e a cui ogni amministrazione non rinuncia a portare il suo mistico sacrificio.  Alla stessa logica rispondono anche  l’allocazione di un  ristorante  nelle Stalle Reali del Belvedere di San Leucio  e  la scellerata delibera  con cui si appresta ad affidare a privati,  in concessione per trent’anni, la gestione  del servizio integrato, di distribuzione  dell’acqua potabile nella città di Caserta.
Con questa delibera di giunta  viene  ignorata  la volontà  espressa da una nazione intera,  compresa la pressoché  unanime  volontà dei cittadini casertani che, votando  il referendum nel 2011,  si sono espressi per il 98%  contro la mercificazione dell’acqua, favorevoli, quindi, ad una gestione pubblica dell’acqua nella città di Caserta. 
Come si rileva dalle note della delibera, la scelta dell’amministrazione di concedere ai privati, per trent’anni la gestione dell’acqua a Caserta  viene esplicitamente giustificata  ammettendo l’incapacità di dare seguito a scelte diverse.  L’amministrazione, quindi,  si libera semplicemente del problema perché troppo impegnativo, ignorando  i costi derivanti da questa scelta frettolosa e vergognosa,   che graveranno sui  cittadini casertani per i prossimi trent’anni. 
E’ da rilevare che la motivazione di questa scelta è in linea con i dettami di un centro destra che  vuole cogliere tutte le opportunità di fare profitto privato a tutti i costi, anche su un diritto umano fondamentale, un bene collettivo come l’acqua. L’acqua costituisce un bene comune irrinunciabile ed inalienabile, che non può essere proprietà di nessuno. Questa è stata la volontà degli italiani, e non consentiremo che questa esigenza manifesta possa essere così impunemente disattesa.

Caserta, 17 maggio 2013
Sinistra Ecologia e Libertà – Circolo ‘P. Neruda’ - Caserta

lunedì 6 maggio 2013

Un contributo al dibattito sulla nuova sinistra


E’ stata  una  sequenza di eventi vertiginosi quella che ha interessato la vita politica del nostro Paese negli ultimi mesi e che  si  è conclusa con il voto di fiducia  al governo Letta.
La  momentanea stabilità,  più che dalla raggiunta solidità della fase politica,  è determinata  dalla necessità di  tempo che  occorrerà a questa insolita coalizione  di governo per cominciare  ad esprimersi su fatti concreti,  e questo ci consente di ragionare, senza pressioni,  su temi più vicini alle nostre necessità.
Naturalmente va data una  valutazione sullo stato di fatto, partendo dall’analisi del processo che  lo ha innescato e,  senza andare troppo in là con la memoria,  possiamo attribuirne l’origine ad una data certa: la resa del governo Berlusconi che, dopo aver negato per tanto tempo la crisi economica in atto, nel momento in cui  ha impattato con la sua gravità,  ha dovuto rinunciare al mandato  per manifesta incapacità.
Da qui le fasi successive che tutti abbiamo vissuto e hanno condotto alla campagna elettorale, il cui esito  non ha determinato le condizioni per consentire la formazione di un governo per il Paese.
Da questo momento si sono sviluppate  le vicende tragicomiche che hanno seguito l’esito elettorale e si sono concluse con la rielezione (forzata) di Napolitano a Presidente della Repubblica. Non senza aver prodotto conseguenze collaterali di un certo rilievo: si  è consumata in un clima di veleni e colpi bassi  la credibilità,  già in discussione,  del  Partito Democratico e messa a nudo tutta la sua inconsistenza;  si è determinato il restaurarsi, in una nuova forma alchemica, del governo precedente. Alla fine, infatti,  ha trionfato la spregiudicata ipocrisia di una nomenclatura politico-istituzionale che, ignorando il giudizio negativo pagato in termini di milioni di voti persi e il violento moto di repulsione verso la politica che hanno generato con i loro comportamenti in Italia, si  sono auto-assolti, promuovendosi come risolutori  dei danni che loro stessi hanno provocato. 
E’ stato sconcertante vedere come applaudivano, senza vergognarsi, quando Napolitano li ha mortificati in Parlamento,  per cui verrebbe da pensare che vivono nell’incoscienza,  come se non avessimo dovuto registrare i mille coinvolgimenti in episodi di cronaca giudiziaria  che  fanno del tema della moralità il primo problema di questa classe dirigente.
Si è, quindi, consumato  il  disastro annunciato, con il ribaltamento dell’esito elettorale che, seppure con qualche difficoltà, dovuta ad una  ignobile  legge elettorale, aveva chiaramente indicato come vincente la  coalizione di centrosinistra.
Ma Napolitano ed il PD, pur di salvare una casta in disfacimento, si sono resi responsabili  della rinascita di  Berlusconi, maggiore artefice della disastrosa situazione in cui si trova questo Paese, e di avergli consentito di collocarsi  nella posizione migliore per dettare veti e condizioni a questo governo, presumibilmente finalizzati ai propri interessi e senza neanche prendersi troppe responsabilità.
In questo frangente, Sinistra Ecologia e Liberta è stata ai margini, coerente e lucida nelle sue scelte, ferma nei suoi principi fino in fondo, ma  defilata e timida,  afflitta da sensi di colpa per un risultato elettorale ritenuto, ad errore,  non adeguato alle aspettative.  Non ci  piaceva la prospettiva, che si è poi concretizzata in alcune dichiarazioni d’intenti, e ci eravamo già attivati, infatti,  contro l’evenienza di confluire nel PD, perché tra l’altro riportava molti di noi  là da dove, a ragione, eravamo scappati.

Finalmente  l’iniziativa  dell’11 maggio  a Roma  apre il cantiere della nuova sinistra,  un opzione più vicina  e  adeguata alle nostre idee. E nel quale sembrano affluire, in termini di consenso ed elaborazione, le migliori forze democratiche della sinistra italiana.

Indubbiamente, si è chiusa una fase, per Sinistra Ecologia e Libertà, quella della gestazione e ne va aperta un’altra, che ci porti “oltre”, sul piano  organizzativo, strutturale e politico, con i nuovi contenuti maturati,  a colmare un’esigenza sentita già prima della emergenza elettorale e che può cominciare, con un atto formale: la modifica del simbolo,  rinunciando, come già era stato annunciato, alla caratterizzazione di Vendola nel simbolo, determinando una personalizzazione di Sinistra Ecologia e Libertà che ha concluso la sua funzione.  Ma questa è l’unica concessione formale possibile alla generazione di una nuova forza della sinistra che vuole includere senza pregiudizi, evitando però una nuova e logorante fase costituente che parta da zero.
Abbiamo chiesto e ottenuto di rappresentare i valori della sinistra in Parlamento e ci siamo riusciti. Ora si deve  gestire questa responsabilità.  E’ da qui che si riparte, da un partito che si è liberato dell’ombra del PD, ma deve impegnarsi a concretizzare  tutte le idee innovative  che abbiamo maturato, annunciato e sperimentato nel pur breve percorso che ci ha condotto fin qui, compresa la rivalutazione di esperienze come quella delle “Fabbriche”.

Ma attenzione a non commettere  l’errore di considerare la convocazione degli stati generali della sinistra  nell’ottica di dare risposte alle attuali emergenze, questo deve essere un cantiere  a cui va concesso  il tempo necessario. I  fatti ci dicono che se vogliamo essere rappresentativi di un aria di pensiero nuovo,  non possiamo immaginare di aggregare “la  sinistra”  su improbabili basi ideologiche, nè legarne il processo costituente ad una lacunosa e frammentaria continuità storica.
E’ ad un nuovo progetto di società verso cui dobbiamo orientare l’elaborazione del nostro percorso  politico, partendo da un  dato inconfutabile:almeno per due generazioni si è evidenziato nei governi e nelle classi dirigenti politiche e istituzionali l’incapacità di immaginare e progettare un’ ipotesi di sviluppo per il  futuro del Paese. I governi che si sono succeduti hanno cavalcato il quotidiano e si sono  nutriti di tutte le contaminazioni possibili che, alla fine ne hanno distrutto la credibilità. A dimostrarlo c’è il mostruoso debito pubblico che ci schiaccia. Ancora una volta, infatti,  siamo costretti, ad affrontare i problemi economici in una condizione di emergenza che non consente una lettura oggettiva dei dati generali e ci impedisce,quindi, di aprire lo sguardo sulle  evidenti difficoltà di un sistema economico nazionale e internazionale che è letteralmente sfuggito al controllo politico. E’ inquietante la sensazione di vivere, pressoché impotenti,  in un sistema economico mondiale  gestito da una “immateriale” centrale speculativa finanziaria che, come fosse  una setta segreta, controlla un sistema che si è rivelato fragile e inadeguato e reso incoerente dalla possibilità di essere manipolato sul piano emotivo.  

Ma su questi temi ci sono novità interessanti da sviluppare per una forza della sinistra: cominciano ad emergere sistemi di monitoraggio della attività economico- sociali  ( BES) che hanno come riferimento  criteri diversi da quelli relativi  al  PIL ( prodotto interno lordo). Con il primo rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (BES), il Cnel e l’Istat hanno presentato i risultati di una iniziativa in tema di sviluppo di indicatori  sullo stato di salute di un Paese che vadano oltre il Pil. Il PIL mistifica il benessere di una nazione quantificandolo a misura del profitto fine a se stesso,  mentre  il progresso di una società va valutato non solo su parametri  di carattere economico, ma anche sociale e ambientale, corredati da misure di diseguaglianza e sostenibilità. Questo approccio alternativo alle tematiche economiche evidenzia il  diverso impianto culturale su cui dobbiamo costruire la nuova sinistra.                                                                                                                                                                       Il virus della ricerca del consenso come principale obiettivo politico, è stato il danno maggiore che ha attraversato in modo trasversale  gli schieramenti politici in questi anni, naturalmente finalizzato a costituire e mantenere posizioni di privilegio. 
Noi, invece, dobbiamo riportare gli interessi dei cittadini al centro dell’attività della politica. Sta qui il principio  dell’innovazione che viene richiesta. Il partito, comunque decideremo di organizzarlo, va inteso come  servizio alla società . Dobbiamo evitare di ridurre la nostra idea di rinnovamento a puro formalismo,  si diventa positivi  se  si  evidenziano  serietà e consequenzialità tra enunciazione e comportamento, si deve continuare a dimostrare, come abbiamo fatto fin’ ora  a partire dai circoli  sul territorio,  che la democrazia è una  pratica e non  un  enunciato.  Rafforzare la funzione dei circoli sul territorio per riportare la discussione politica nelle città, nei paesi, nelle piazze,  per sottrarre ai media, televisione e giornali, il monopolio del dibattito politico che li ha portati a diventare un ulteriore e interessato centro di potere e non un imparziale compartecipe.
Lavorare quindi per riaffermare  la consapevolezza che la condivisione dei problemi e dei costi per affrontarli porta successivamente a condividere in modo solidale i benefici delle soluzioni, promuovere spazi di fruibilità per riportare i giovani ad occuparsi di politica  e promuoverne l’impegno senza plagiarne la crescita.                                                                                                           Un lavoro arduo quello di  rigenerare la politica dei partiti,  per riportarla da come è ridotta ad essere protagonista dei cambiamenti necessari a ricucire con la società un rapporto lacerato da anni, in cui l’apparato istituzionale e i partiti politici si sono sempre più chiusi a difesa di posizioni di privilegio.                       
Il rinnovamento deve certamente  riguardare anche i quadri dirigenti, che non sia banalmente anagrafico, ma che risponda a oggettive  valutazioni  di meriti e fallimenti, in una dinamica continua che impedisca il consolidarsi di posizioni di potere e  promuova la continua formazione di 
nuove  classi dirigenti.                                                                                                         
Ma noi partiamo da un dato, minimo ma importante, abbiamo chiesto e ottenuto di rappresentare i valori della sinistra in Parlamento e ci siamo riusciti, ora dobbiamo gestire questa responsabilità. Una responsabilità che ci accompagna nella elaborazione del nostro progetto ponendoci nel Parlamento come modello di comportamento e gestione dei  temi politici, senza ambiguità, con intelligenza, durezza e forza.
                                                      
E non dobbiamo sottovalutare che, seppure si può ipotizzare una lunga permanenza di questo governo, ci sono molte variabili che ne possono mettere in discussione la durata, l’esito dei processi di Berlusconi in primo luogo, ma anche il discorso programmatico di Enrico Letta offre spunti di riflessione,  è una piattaforma elettorale ipocritamente inclusiva delle programmazioni di tutti i partiti rappresentati in Parlamento  che ignora totalmente lo stato di fatto in cui si trova il Paese. Tutto è dato per risolto, no all’aumento dell’IVA, risoluzione dei problemi degli esodati, sospendiamo l’IMU restituendo quanto versato lo scorso anno, come viene fermamente sostenuto dal PDL , finanziamenti per prolungare  la cassa integrazione in scadenza, il reddito di cittadinanza, aiuti alle imprese  ecc.,   ma,  come tutti quelli che hanno trattato questi temi in campagna elettorale,  sembra non tenere conto dello stato dell’economia  e non esplicita come intende  finanziare iniziative così onerose.

L’11 maggio va quindi inteso come l’avvio di  una discussione che porti a progettare un nuovo modello di società, più giusto e solidale, che tenda a richiudere il divario, ormai osceno, tra ricchi e poveri che questo stato di cose ha creato. E aprire una fase nella quale la sinistra ricomponga la sua reale identità e i valori ai quali si richiama,sia in Italia che in Europa.
Caserta, 6 maggio 2013
Circolo cittadino Sinistra Ecologia e Libertà - Caserta