In una campagna elettorale per le elezioni amministrative, si assiste ad un susseguirsi di frasi roboanti sulle cose che non funzionano, sugli errori fatti dalle precedenti giunte e sulle tante cose che rendono la città criticabile.
Un fenomeno ulteriormente accentuato dal proliferare di sigle, movimenti, passaggi di esponenti politici ad altri schieramenti, divisioni all'interno delle stesse coalizioni, magari in antitesi con le strategie politiche a livello nazionale. Una realtà di difficile comprensione per il cittadino, tentato di allontanarsi dalla politica e dal voto.
Accade quindi che di fronte a tante contraddizioni, non si compia un'analisi approfondita su quali siano le cause del degrado che si denuncia.
Un esercizio, che per poter essere neutro e non “qualunquista”, deve necessariamente partire dalla disamina dei dati numerici, per estrapolare i “punti di forza e di debolezza” della propria città, al fine di poter attuare una giusta politica di governo del territorio.
Semplice verità, almeno per chi è abituato alle analisi ed ai numeri, più importante in uno scenario di scarsità di fondi da utilizzare a livello regionale e comunale, a causa della crisi economico finanziaria, del deficit pubblico e del nuovo federalismo fiscale regionale e comunale, che farà diventare “condicio sine qua non” ottimizzare e rendere efficiente ogni risorsa ed intervento amministrativo.
Per essere più chiari esaminiamo i parametri riferiti alla provincia di Caserta, ottenuti riorganizzando la classifica sulla “Qualità della vita 2010” del “ Il Sole 24” relativa alle 107 province italiane.
In tale classifica Caserta è terzultima (105 su 107), ed è in costante declino da anni.
Dalla lettura di tali impietosi dati emerge che i settori che fanno sprofondare città e provincia agli ultimissimi posti sono in ordine decrescente: Affari e Lavoro (105^), Ordine pubblico (102^), Servizi Ambiente e Salute (100^), Tenore di vita (96^) e Tempo libero (91^).
Unico settore in cui Caserta prevale egregiamente è quello della Popolazione (37^).
Aldilà di dati che ci si aspettava nella loro drammaticità, cioè l'ordine pubblico, dove l'impatto della criminalità trova l’apice nel fenomeno delle estorsioni - lo sconforto assale leggendo che Caserta risulta prima per la disoccupazione giovanile, inoltre scopriamo che siamo penultimi nei servizi di volontariato, di contro ad una tenuta della famiglia, rimasta l’unico argine a tutte le problematiche socio economiche, visto che Caserta è solo 11^ nel numero di divorzi e separazioni.
Caserta è però la seconda provincia con il più alto rapporto di giovani sulla popolazione e questo deve essere la vera forza ed il volano per il futuro e per ripartire, a patto però di saper ascoltare e dare risposta ai loro bisogni.
Si potrebbe pensare ad esempio all’istituzione di un assessorato ad hoc che unendo settori trasversali (lavoro ed occupazione, politiche sociali, formazione, sport e tempo libero) dia voce costante ed esclusiva a questa grande miniera, ancora non “attivata”.
A questo proposito c'è da sottolineare che essere 2^ provincia più giovane d'Italia, insieme al dato che colloca Caserta alla 63^ posizione nel numero di laureati (nella fascia 25-30 anni) , significa che a questa massa di giovani non vengono date le possibilità di estrinsecare il miglior potenziale, e quindi viene dissipato strada facendo l’apporto positivo di idee e fattualità .
Inoltre è sconfortante che Caserta, con tantissimi giovani, sia nelle ultime posizioni anche nell'indice di sportività (99^), un indicatore importante non solo per il tempo libero, ma anche per la qualità della vita in assoluto.
Ciò, inutile negarlo, deriva dalla mancanza cronica di strutture sportive, tant'è che la possibilità, peraltro limitata, di fare attività sportiva è offerta da strutture private, ormai troppo onerose per i bilanci familiari già dissanguati dalla crisi economica.
Una politica lungimirante, attivando gli strumenti finanziari adatti, dovrebbe puntare a piccoli impianti sportivi e luoghi di aggregazione sociale, culturale, in modo da contribuire a rivitalizzare i quartieri periferici di Caserta, degradati urbanisticamente e senza attrattive per giovani e ragazzi.
Questo avrebbe anche un effetto collaterale positivo, ossia decongestionare il centro città perennemente intasato anche di sera, visto che tutti i giovani vi si riuniscono, essendo l'unico fazzoletto di città dove sono presenti luoghi di intrattenimento.
Altro dato molto preoccupante è quello sull’occupazione femminile, in cui la città si colloca 102^ posto, da leggere insieme al dato che Caserta è nelle ultime posizioni per numero di asili nido comunali. Senza servizi per i figli piccoli (Caserta è al 6^ posto per natalità), non si può pretendere di far lavorare le mamme !
Infine un ultimo dato: Caserta è tra le sole 4 province che nel periodo 2005-2009 ha diminuito il proprio PIL (99% di quello del 2005), ed è terzultima, nonostante sia in ottima posizione per le infrastrutture (39^).
Questo significa che occorre avviare un sistema di gestione ottimale del territorio per renderlo attrattivo per gli investimenti. Forse c'è da pensare seriamente, insieme a Provincia e Regione, a forme di fiscalità diverse per agevolare investimenti innovativi, in modo da sognare per Caserta un futuro da “Nuova frontiera” di Kennediana memoria e che, attingendo all’enorme potenziale umano a disposizione possa far tornare “Felix” e “Terra di lavoro” questo territorio.
Luigi Granato *
*Laureato in Economia e Commercio, abilitato come Dottore Commercialista.
Dal gennaio 2007 Funzionario della Divisione Emittenti della CONSOB. Precedentemente ha lavorato nel gruppo SME, sia nella Holding SME Finanziaria Meridionale S.p.A., con compiti di Pianificazione strategica e controllo, sia in società controllate della GS Supermercati S.p.A., come Responsabile di Tesoreria e Finanza. E in diverse aziende private.
E’ candidato alle prossime amministrative di Caserta nella lista di SEL (Sinistra Ecologia e Libertà).
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