mercoledì 11 giugno 2014

Documento Circolo di Caserta - Sinistra Ecologia Libertà

Sull’esito del voto, come sempre, la fantasia degli Italiani si esibisce senza limiti, manipolando anche la crudezza dei numeri a cui bisognerebbe arrendersi.
Ma questo è uno dei riti cui bisogna sottostare e non ci  sottraiamo.
Con il raggiungimento di una rappresentatività europea della lista “L’Altra Europa Con Tsipras”, nonostante si sia  fatto di tutto per impedirlo, viene riconosciuta la necessità di una forza di sinistra in Italia già sufficientemente consistente, e con buone potenzialità di essere una forza di governo.

Ma, fatto l’inciso, la prima delle sintetiche considerazioni post elettorali, spetta al vincitore, Renzi. Gli italiani hanno deciso di scommettere su di lui, probabilmente motivati dalla disperazione e oggettivamente privati di altre opzioni credibili, e gli offrono una possibilità.
Il PD, che non risolve nessuno dei suoi problemi, ha un re, Renzi, appunto, che esce dal risultato elettorale arrivando con un solo balzo in cima all’albero  della cuccagna, ma il palo che lo sostiene è saponato e senza appigli.  Berlusconi, Grillo, Alfano, ma anche le rappresentanze sindacali,  non contano più. Renzi è un re nudo, deve concretizzare da solo l’uscita dell’Italia dalla crisi e gli va augurato di riuscirci.
L’altra annotazione, certamente  positiva, è il forte ridimensionamento del partito di Grillo, creatore di  confusione, che dimostra come il web, dove ha articolato  la rete grillina, conservando tracce dei suoi  martellanti passaggi, permette nel tempo di rilevare vacuità, contraddizioni e banalità che, una volta scoperte, diventano motivo di valutazioni più razionali di quelle appesantite dalla rabbia, soprattutto quando in gioco è il futuro delle persone. Gli altri dati positivi sono: il declino, “forse”,  effettivo e definitivo di Berlusconi; il ridimensionamento della destra e lo sfoltimento pressoché totale dei partitini (Italia dei Valori, Scelta Europea, ecc.). Resta la Lega, che ha beneficiato  di  uno sponsor oscuro e straordinario che gli ha consentito di godere di una supervisibilità  sui  media televisivi. Salvini è stato presente per mesi, 24 ore al giorno, in tutti i programmi, anche quelli culinari, oggi molto in voga,  su tutte le reti televisive , pubbliche e private (che sia un tentativo di promuovere Salvini a nuovo leader della destra?).

Prima di analizzare i numeri ed entrare nello specifico di SEL, è necessario fare un piccolo passo indietro, altrimenti, come al solito,  bariamo, pur giocando da soli. Abbiamo speso tre anni, molti  voti, credibilità e funzione,  per ritrovarci in una situazione che ci dimostra che “la sinistra” è una necessità riconosciuta, rappresentata da una classe dirigente non riconosciuta. Non riproporremo la ricostruzione storica di questo partito, né un processo su quanto è stato realizzato finora, e certamente non pensiamo di riaprire il congresso appena celebrato, anche se,  più che portare conclusioni, ha lasciato tante pagine bianche e delle ferite aperte. Tuttavia, non si può accettare l’ostinazione con cui abbiamo continuato  ad  ignorare i problemi connessi ai processi lasciati in sospeso e andare avanti come se nulla fosse, mentre questo partito sembra avviarsi verso la dissoluzione.
Ci rendiamo conto che, lontano dai centri importanti di discussione e decisione, ci troviamo ad analizzare fatti e parole mediate, dati parziali  e programmati, si può, quindi sbagliare.
Ma è certo che il pasticcio nasce da li,  dal congresso blindato che  senza una discussione politica plurale, ha affidato, in modo veramente paradossale, ad  una classe dirigente che si è ritrovata minoranza,  una linea politica che non gli apparteneva. Ne è  scaturito un  ibrido istituzionale che si è rivelato catastrofico nella campagna elettorale,  proprio perché,  come avevamo largamente previsto (vedi il documento che come circolo abbiamo inviato come contributo al congresso), c’è, al nostro interno, una forte confusione semantica sulla parola “sinistra”, come le interviste post elettorali di questi giorni confermano.
Ed è imbarazzante dover rilevare come questo partito abbia  progressivamente, volutamente svilito i suoi attributi originali, quelli che ne avevano caratterizzato la formazione e determinato il consolidamento come forza aperta alla costruzione di un area di sinistra in Italia, e si percepisce invece la volontà della classe dirigente nazionale o parte di essa, di portare a conclusione questa esperienza, nonostante i forti segnali che arrivano dal radicamento che faticosamente è andato  articolandosi nei territori.
Già nella fase pre-elettorale delle politiche  2013, sono riaffiorate vecchie pratiche, ancorate a vecchie strategie, utili solo alla conquista e al consolidamento di posizioni acquisite, che,  retaggio di un pregresso storico/politico, dovevano essere bandite, pregiudizialmente, da questo partito. Invece, motivate da falsi timori e incapacità, hanno impedito e  impediscono di dare consequenzialità  alle aspirazioni su cui siamo stati chiamati a dare il nostro contributo.
Il danno che ne deriva rappresenta un colpo mortale non solo per SEL ma per il futuro della “sinistra” in Italia. Vengono, infatti, compromesse le aspirazioni di quanti avevano creduto che Sinistra Ecologia e Libertà potesse rappresentare quella  piattaforma su cui costruire la speranza di un futuro diverso.
Si sta vanificando l’auspicio che vedeva questo partito, capace dopo soli tre anni dalla sua costituzione, di riportare la sinistra ad avere una rappresentanza istituzionale nel parlamento italiano, di essere percepito come una realtà diversa dalle nomenclature dei vecchi partiti che sono stati causa  del  fallimento di questo Paese. Un partito che potesse rappresentare il modello di riferimento di una forza in grado di affermare nuovi valori, raccolti in una parola, “sinistra” che, sopravvissuta, un po' acciaccata, al crollo del muro di Berlino, andava rivitalizzata come sinonimo di solidarietà sociale, di eguaglianza delle opportunità, di benessere diffuso, di dignità del lavoro, di politica come servizio alla collettività e preservazione dell’ambiente.
In questi anni abbiamo affermato di voler essere sinistra di governo e adesso dopo il risultato elettorale sento esattamente la stessa cosa. Ma che significa? Abbiamo perso tre anni a saltellare intorno al Partito Democratico e, quando ci ha scaricato perché siamo diventati un inutile impedimento alle larghe intese, invece di caratterizzarci secondo le nostre idee, scientemente abbiamo cercato di mimetizzarci, usando come schermi protettivi soggetti con improbabili futuri politici: prima la difesa della costituzione con Stefano Rodotà, poi Tsipras.
Tutto questo a causa anche di una legge elettorale, in vigore, che ha compromesso l’autosufficienza  di Sel e una legge elettorale, in via di approvazione, che ne ridiscute l’esistenza. In questo SEL deve dare maggiore incisività nell’opporsi all’ipotesi in campo e caratterizzarsi innanzitutto in una seria campagna per la reintroduzione del voto di preferenza.
Abbiamo già accennato alla crudezza dei numeri, bene,  un analisi del voto fatta sui crudi numeri dice che SEL, ha dimezzato la sua percentuale elettorale, raggiunta alle politiche di appena un anno fa, (l’analisi dei flussi ha determinato una quota del 40% per SEL all’interno della lista Tsipras,  un partito ridotto, quindi, ad una percentuale dell’1,6% sul piano nazionale). A questo dato va aggiunta come aggravante, il fatto che esso è calcolato su una base elettorale minore di quella delle politiche del 2013  e che quantifica in oltre  il 50% i voti persi, circa 600.000, molti dei quali, sono confluiti sul Partito democratico, in quanto, non hanno riconosciuto nella lista L’Altra Europa, i tratti  identitari di  Sinistra Ecologia e Libertà. Tra non molto tempo Alexis Tsipras passerà dall’Europa alla Grecia, come è giusto che sia, per guidare, con il partito Syriza il cambiamento nel suo Paese. Sinistra Ecologia e Libertà deve continuare la strada intrapresa in Italia, con il suo simbolo e la sua piattaforma di contenuti.
L'analisi dei numeri, però, non può prescindere da un'articolata analisi delle forze messe in campo anche da un punto di vista delle personalità sulle quali SEL e l'intera compagine di sinistra hanno deciso di puntare. L'errore, già commesso nelle politiche del 2013, di voler a tutti i costi garantire una postazione a quanti in questi anni hanno animato SEL, pur condivisibile su un piano strettamente umano, ha determinato un effetto deleterio su quanti si avvicinavano con interesse ad una forma partito che alle origini si presentava come innovativa. Di contro, a queste candidature è mancato anche un adeguato sostegno del partito.
Del resto, lo stesso dibattito che sul raggiungimento del quorum che per avere rappresentanza in Europa, è diventato motivo di turbativa piuttosto che un obiettivo raggiunto, perché esso, costringe a mantenere un vincolo con gli eletti, che abbiamo contribuito ad eleggere al parlamento europeo, e incoraggia il comitato Tsipras a dare continuità all’esperienza della lista, creando un'alternativa a chi prefigurava per SEL un futuro da cascame del PD.

Comunque, il “caso SEL”, come viene considerato, non può essere affrontato e risolto con dichiarazioni dei singoli leader rilasciate ai quotidiani o attraverso comparsate televisive. Anzi, la  logica e il buonsenso suggeriscono a questo punto che non può essere questa classe dirigente ad indicare il futuro del partito, soprattutto se si ostina a difendere le scelte che hanno provocato questa catastrofe, ma poiché tutte le posizioni che stanno emergendo hanno legittimità ad essere discusse, riteniamo opportuno che ci si attrezzi per una sorta di consultazione che coinvolga i circoli e le rappresentanze territoriali. Questo può avvenire in termini organizzativi ricaricando di valenza politica la prevista conferenza di organizzazione che il congresso aveva rimandato.
Va necessariamente riattivata una “campagna autorevole” di adesione a Sel con l’intento, non di alimentare la logica delle “componenti” e dei “capi componenti”, tutt’altro, ma con l’obiettivo preciso di rilanciare e rinvigorire una discussione al nostro interno che voglia porsi come obiettivo finale il rilancio e la rimodulazione del partito nelle sue articolazioni e nei contenuti; tale discussione non può, come spiegato anche sopra, concludersi o essere interpretata da singoli o esigui gruppi dirigenti.


Coordinamento del circolo “P.Neruda”  Sinistra Ecologia Libertà -Caserta