lunedì 25 novembre 2013

Documento per il congresso provinciale di Caserta


Lo stato di Fatto

La celebrazione del secondo congresso nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà deve rappresentare  il punto di passaggio del nostro partito alla maturità, e portarci “oltre” sul piano organizzativo, strutturale e politico.  Ci deve consentire di rimodulare l’esperienza politica di questi anni in funzione del ruolo di “sinistra” italiana che abbiamo  scelto di rappresentare. Nella stessa ottica, va ottimizzato il ruolo di opposizione in Parlamento, dopo che le vicende post -elettorali hanno fatto svanire la funzione di  governo per cui eravamo candidati. 
Della fallimentare esperienza di “Italia Bene Comune”, resta da gestire la responsabilità di essere  punto di riferimento per la sinistra in Italia, dobbiamo quindi marcare questa connotazione che abbiamo rivendicato e che ci viene riconosciuta.    Ma siamo in ritardo. Il tempo che ci vede  invischiati, sul piano nazionale, nel gioco, truccato, della democrazia che oggi esprime questo Paese, ci logora. Come l’inutile  perdita di tempo speso ad aspettare il Partito Democratico, ostinandoci con ottusa insistenza a non riconoscerne come gravi e irreparabili le mutazioni genetiche che ne hanno determinato la caotica deriva in cui versa, e che lo vede, contestualmente, nel ruolo di governo e di opposizione.
Non ci  ingannino i continui riferimenti al cambiamento, Renzi, Civati o Cuperlo sono già sotto il controllo protettivo della vecchia nomenclatura del partito. Questo rende poco credibile l’avvio dell’auspicato rinnovamento e, soprattutto, marca la deriva centrista di questo partito  costringendoci ad una rivisitazione dei rapporti che SEL vorrà stabilire con esso per il futuro.  
A tale proposito, per evitare di dare un segnale di subordinazione, sarebbe stato meglio anticipare  il nostro congresso rispetto al loro, fugando, così, ogni residua tentazione a migrare in un partito che ha evidenziato tutta la sua inaffidabilità, l’approssimazione e la feroce conflittualità interna, mettendo in discussione ogni  limite etico-morale,  collocandosi, così,  molto distante dal modello di partito che noi vogliamo raggiungere.
Intanto, il nuovo governo, voluto da Napolitano, si è rivelato figlio della spinta restauratrice di un sistema politico logoro e dannoso, che non riesce più a mascherare il fallimento politico ed economico del Paese, diventando di fatto parte del problema.  Consolidandosi le larghe intese, tra PD e PDL , infatti, si sono saldate, più profondamente, le forze portanti dei due blocchi di governo che insieme, alternativamente, anche se con diversa rilevanza, hanno in carico il 100% delle responsabilità della crisi attuale nel nostro Paese.   Un accordo che agisce come un tappo contro le innovazioni di uomini, di merito e di metodo, assolutamente  necessarie per affrontare  questa crisi che, è dimostrato, continua ad  arricchire i ricchi e impoverire, sempre di più, i poveri.
Provvedimenti vuoti, platealmente carichi di ipocrisie, vengono creati come diversivi per sfruttare una disponibilità propria delle situazioni di emergenza, quella di  forzare le scelte e manipolare  le regole. Questo concetto si evidenzia con sufficiente chiarezza nella legge di  stabilità che sta per essere varata, che si configura come una manovra economica approssimativa ed evanescente, che non risolve, nonostante la richiesta di nuovi sacrifici, le penalizzazioni, i balzelli e la costante perdita di posti di lavoro, la fase di  recessione, da cui, unico in Europa,  questo Paese, non riesce ad uscire.
Nel mentre, Berlusconi è ancora lì, a forzare provvedimenti che ne impediscano il definitivo declino, magari un’ amnistia, o nella speranza che dal  ricatto continuo di far cadere il governo possa nascere un accordo che lo rimetta in gioco.
Non sorprende, quindi, che questo governo non riesca a motivare la sua esistenza sulla base dei risultati raggiunti, ma minacci lo spettro di immani catastrofi, in caso di decadenza, come se si potesse andare peggio di come hanno ridotto il paese.
Ma come si esce da questa crisi se stiamo distruggendo l’ambiente, avvelenando il territorio, sperperando il pregresso impianto produttivo costituito da eccellenze universalmente riconosciute, e se costringiamo i nostri giovani ad avviare una nuova stagione di emigrazione, come nel dopoguerra? Con l’aggravante che questa volta a lasciare sono giovani di cultura e di alta preparazione, un patrimonio che viene dilapidato dalla incapacità e mancanza di coraggio, di un governo che si logora nel tamponare le continue emergenze, invece di credere e investire nelle capacità di questi giovani che diventano risorse per i paesi che li accolgono.
Come sempre, è soprattutto il Mezzogiorno a pagare il prezzo più caro della crisi, esposto, senza  difese, in un contesto che ne ha dimenticato la fragilità strutturale,  vede ulteriormente aggravato il rischio, ormai non più sostenibile, di attacco da parte della povertà e della malavita organizzata. Ne è un esempio la catastrofe ambientale in Campania, di cui, la cronaca di questi giorni, grazie alla coraggiosa scelta di trasparenza della presidente Boldrini, fa emergere, in tutta la sua gravità la responsabilità di chi, tenendo segreti i verbali delle deposizioni del pentito Schiavone alla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul ciclo dei rifiuti, si è reso complice di uno scempio che è perseverato, immunemente,  per un altro ventennio. Uno scempio che oggi ci avvilisce perché la sua enormità lo rende pressoché irreparabile.
E non si evidenziano risposte adeguate verso le problematiche  del lavoro, dove si registrano ogni giorno nuovi record negativi dell’occupazione, con percentuali inaccettabili nei confronti dei giovani, il problema dei migranti, dopo l’emergenza dei tanti morti,  è già passato in secondo ordine, mentre tutto l’apparato politico istituzionale si dilania sul problema del voto segreto o palese per la decadenza da senatore di Berlusconi.
Tutto questo, conferma quello che avevamo già rilevato, l’incapacità di questa generazione politica di immaginare e progettare un’ ipotesi credibile di sviluppo per il  futuro del Paese, tutta chiusa a difesa dei propri privilegi che continuano ad essere elargiti, nonostante i continui scandali, a cominciare dal mantenimento della vergognosa legge elettorale. E’una classe politica convinta di rappresentare e governare dei perfetti idioti. Da qui  la necessità che dal nostro congresso prenda corpo un iniziativa che ci porti sulla “STRADA GIUSTA” , che significa porre le basi  per  elaborare il progetto di un nuovo modello di organizzazione sociale ed economica, più giusto e solidale, che tenda a richiudere il divario, ormai osceno, tra ricchi e poveri, che questo stato di cose ha creato.


Ruolo e funzione

Poiché resta compito della politica e dei partiti, come insostituibili strumenti costituzionali, portare a soluzione i problemi di questo Paese, questo congresso deve promuovere, oltre al necessario consolidarsi di una più opportuna struttura organizzativa, l’apertura di una discussione che porti  tutta la “sinistra possibile”,  comprese, quindi, le associazioni, i movimenti ed i singoli cittadini, ad essere protagonisti dei cambiamenti necessari a ricucire con la società un rapporto lacerato da anni, per evitare che tutto continui come adesso.
A questo scopo, come segno di massima apertura al nuovo progetto,  è opportuno andare al superamento  della personalizzazione rappresentata nel simbolo del partito.
Bisogna, infatti, mirare a  riportare alla partecipazione alla vita politica e a questo nuovo progetto, oltre a quote consistenti del discusso centrosinistra, PD, Ingroia, Di Pietro, ecc., quote consistenti di quel 50% di non votanti che hanno scelto di stare fuori, dopo che, come noi, hanno rifiutato di partecipare alla deriva dei vecchi partiti.  Aprire uno spazio praticabile e credibile, aperto a chiunque voglia  impegnarsi a rigenerare uno strumento indispensabile, dimostrando che si può fare buona politica anche nei partiti.
La lettura dei processi politici che hanno interessato la sinistra italiana in questi ultimi anni, ci indicano che, per un nuovo percorso  di aggregazione, non si può  più fare riferimento ad una improbabile base ideologica, né legarsi ad un  processo costituente che si articoli su una superata, lacunosa e frammentaria continuità storica.
C’è, quindi, spazio per agire in un campo più vasto di aggregazione, che consideri i movimenti, le associazioni, i singoli cittadini, avendo consapevolezza che la democrazia si può praticare in modo trasparente  e libero, che si può costruire un partito in cui minoranza e maggioranza non siano “stati patologici cronici”, ma momenti di una dinamica democratica in continua evoluzione che privilegia i temi politici, non l’appartenenza ad un gruppo, una corrente  o ad un capo, che deve accreditarsi quote,  frazionarie, di potere.
La difesa della Costituzione indicata come “via maestra” per rimettere insieme la sinistra può rappresentare un buon viatico, perché in essa sono contenuti i valori in cui crediamo.
Noi pensiamo che sia possibile sviluppare una risposta alternativa, “di Sinistra”  alla fallimentare scivolata  neoliberista della globalizzazione. All’introduzione dell’euro, non ha fatto seguito l’unione politica dell’Europa, questo è un limite che ha  determinato, nella fase di crisi, una competitività tra le nazioni appartenenti alla comunità europea che va superata, rilanciando la costruzione di una nuova fase costituente continentale.
Questa Europa delle nazioni, degli interessi corporativi, delle rendite di posizione degli stati forti sui deboli, abbinati alla mancata armonizzazione delle politiche fiscali, finanziarie e sociali, sta generando squilibri e risentimenti popolari che stanno pericolosamente ingrossando le fila dei partiti populisti, para-fascisti e anti-europei.
La ‘Strada Giusta’ è quindi anche quella di una sempre più consistente spinta verso l’integrazione europea, dove sia garantita la dignità di ogni popolo e di ogni singola persona sostenendo e garantendo in ogni paese,  la promozione sociale, i diritti dei cittadini e dei lavoratori, l’accoglienza dei flussi migratori, la  difesa dell’ambiente e della salute. Dove, sull’esempio dei paesi federali, qualsiasi stato dell’Unione non sia lasciato al suo destino, e le sue popolazioni non siano mortificate da inapplicabili misure di rigore oltre ogni limite di sopportazione.
Il prossimo appuntamento elettorale riguarda proprio il Parlamento Europeo ed è nella nostra collocazione nel Partito del Socialismo Europeo la prospettiva della nuova sinistra italiana.
E’ tempo  di prendere coscienza dell’evidente difficoltà di un sistema economico e politico nazionale e internazionale che si è rivelato fragile ed inadeguato, eccessivamente soggetto a  fattori speculativi ed emotivi, quindi incoerente e manipolabile.
Il capitalismo e le sue mutazioni, posto come base ideologica dei nostri tempi, è imploso, ha mistificato il suo fallimento confondendone gli esiti con la ineluttabilità della globalizzazione,  una parola  che è servita per giustificare l’inadeguatezza della politica  nei confronti di un mercato sempre meno reale e sempre più finanziario.  Ma oggi  sono già in campo, sul piano culturale ed economico,  ipotesi alternative che hanno bisogno del necessario supporto politico  per attivare l’elaborazione di un progetto diverso
Esiste, ad esempio, un avviato sistema di monitoraggio della attività economico- sociale  che ha come riferimento  parametri diversi da quelli relativi  al  PIL ( prodotto interno lordo) o  dell’ andamento dello  spread.  Il profitto fine a se stesso non può più essere  la misura della crescita della civiltà del terzo millennio. Nel 2013 è uscito il primo rapporto sul BES (Benessere Equo e Solidale) che si inquadra in un  articolato di dodici punti nodali su cui si basa una nuova valutazione dell’apporto socio economico e politico della nostra civiltà.  “Il progetto per misurare il benessere equo e sostenibile – nato da un’iniziativa del Cnel e dell’Istat – si contestualizza  nel dibattito internazionale sul cosiddetto “superamento del Pil”, stimolato dalla convinzione che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non debbano essere solo di carattere economico, ma anche sociale e ambientale, corredati da misure di uguaglianza di opportunità e sostenibilità.”
Il rapporto  “BES”  è  quindi una base scientifica che contribuisce  a definire che cosa conta davvero  per l’Italia, partendo dai bisogni reali dei cittadini e rendendo concreta la possibilità di superare gli attuali parametri, che altro non sono che misuratori del profitto in modo indiscriminato ed egoistico.

Organizzazione

Abbiamo condiviso e sostenuto, come partito, in ipocrito anonimato, la manifestazione in difesa della Costituzione , “La Via Maestra” , quindi,  l’assunto costituzionale che conferisce ai Partiti la funzione di strumento per l’attuazione del principio democratico e della sovranità popolare, affermando che i cittadini hanno il diritto “di associarsi liberamente in partiti per concorrere a determinare con metodo democratico la politica nazionale”. Coerentemente con questo assunto, e riconoscendo, per quanto ci si possa camuffare, in questi tempi di anti-politica, la necessità dei partiti di essere comunque il veicolo dell’azione politica, nell’agenda del prossimo congresso  bisognerà inserire il tema di come si riorganizza Sinistra Ecologia e Libertà, come partito meno evanescente di quello fino ad oggi percepito da simpatizzanti e aderenti.
In provincia di Caserta, più che in altri territori, il tema della organizzazione ha inciso negativamente. Sia l’ultima tornata elettorale delle  amministrative del maggio 2013, sia il precedente turno delle elezioni politiche si sono chiuse senza entusiasmare, confermando le difficoltà evidenziatesi già nella rabberciata impostazione data alla partecipazione alle primarie. Al tema della organizzazione, va anche ricondotta, indirettamente, la totale assenza di Sinistra Ecologia e Libertà della provincia di Caserta, in tutta la filiera istituzionale, (Provincia, Regione, Parlamento). Un tema già posto, ma irrisolto,  che marginalizza il partito casertano anche sulle tematiche che hanno  ricadute specifiche sul suo territorio, come la questione ambientale, legate all’inquinamento dei suoli e  della  cosi detta “Terra dei Fuochi”, pur egregiamente trattati, dai nostri parlamentari, in sede nazionale e regionale.
Ma il tema delle carenze organizzative, e comunicative,  si ripropone ogni qualvolta il partito si esprime senza  una forte caratterizzazione, ci siamo collocati in un limbo che ci priva della necessaria visibilità anche nei processi di cui siamo promotori.
Veniamo, alternativamente, catalogati come partito e quindi emarginati nel generalizzato e irrazionale rifiuto della politica  che sta attraversando tutti i movimenti e le associazioni e  tendiamo  a spersonalizzarci nei rapporti con gli altri partiti. 
In questo congresso,  su queste considerazioni,  Sinistra Ecologia e Libertà  deve dotarsi, sul piano organizzativo, di una capacità progettuale più efficiente, ponendo rimedio alle difficoltà  che, in qualche caso, pur nascendo su giuste linee di principio, diventano penalizzanti nella pratica politica. 
Considerata l’impraticabilità, visto  il sostanziale fallimento di tutti i tentativi fatti,  di organizzare un ”partito liquido”, ipoteticamente funzionante solo se si lega all’obbrobrio di una legge elettorale come il “porcellum”,  vanno trovate misure adeguate a rinforzare e radicare maggiormente le funzioni delle strutture territoriali, salvaguardando la logica di dare massima apertura alla partecipazione delle associazioni, dei  movimenti e dei singoli cittadini.
Vanno quindi  precisate le funzioni del tesseramento che non può rimanere  a livello nazionale,  perché crea distacco tra la adesione generica alla linea politica nazionale e le specificità dei territori, e in molti casi nega la possibilità di stabilire un rapporto con gli iscritti, rendendo difficile la comunicazione, la convocazione e la condivisione delle iniziative delle attività  e dei contenuti politici dei circoli sui territori.
Viene inoltre limitata anche una minima possibilità di finanziamento, pur necessario per un attività sul territorio.
Ma vanno rivisti un po’ tutti i temi dell’organizzazione:l’azzeramento delle doppie cariche; la funzione dei rappresentanti parlamentari nei territori; la selezione della classe dirigente, per cui dobbiamo impegnarci in un rinnovamento che non sia banalmente anagrafico, ma che risponda a oggettive  valutazioni  di meriti e  fallimenti, in una dinamica continua che impedisca il consolidarsi di posizioni di potere e  promuova la formazione di sempre nuove classi dirigenti, fatte da giovani, a cui va garantita la possibilità di maturare le giuste esperienze per una corretta crescita politica; la decodificazione di un rapporto con le associazioni e i movimenti che ancora ci identificano, sopportandoci a fatica, come controparte, perché siamo  accumunati nel generico e irrazionale rifiuto dei partiti e del distacco dalla politica.
In conclusione l’auspicio è che questo partito, arrivato dopo soli tre anni dalla sua costituzione ad avere una rappresentanza istituzionale, possa essere percepito come una realtà diversa dalle vecchie nomenclature politiche che hanno fatto fallire questo paese, ed in grado di proporre i valori di una sinistra che, in Italia come altrove, trova difficoltà ad affermarsi come classe dirigente. Valori che sono quelli della solidarietà sociale, della eguaglianza delle opportunità, del benessere diffuso, della dignità del lavoro, della politica come servizio alla collettività e della preservazione dell’ambiente.


Sinistra Ecologia e Libertà,  circolo  P.Neruda Caserta
Facebook  - selcaserta


sabato 23 novembre 2013

Assemblea pre-congressuale di circolo

Comunicato stampa

Si è tenuta nella giornata di giovedì 21 novembre l’annunciata assemblea degli iscritti  al Circolo SEL P.Neruda di Caserta , in preparazione degli appuntamenti congressuali  che si susseguiranno fino alla celebrazione del 2° congresso nazionale del gennaio 2014.

Una discussione ricca di interventi, protrattasi per oltre tre ore, che ha sviscerato le problematiche del complesso momento politico nazionale e territoriale.
Di particolare interesse gli interventi che hanno marcato la qualificata partecipazione dei nuovi iscritti  al circolo casertano.

Viene confermato l’impegno per rigenerare, nell’ottica della difesa del dettato costituzionale,  il partito, come forma di aggregazione con cui si organizza la rappresentanza politica dei cittadini. Consci della difficoltà che questo rappresenta, soprattutto in questo momento, siamo anche consapevoli di poter dimostrare che si può fare, anche nei partiti, buona politica, rendendo praticabile, per tutti, uno spazio di partecipazione  reale e democratico.
Perché, come è stato sottolineato in molti  interventi, è sentita sempre più fortemente l’esigenza di contribuire a costruire per l’Italia e per l’Europa un nuovo punto di riferimento : La sinistra.

Oltre agli aspetti legati alle scadenze congressuali, tra cui la discussione  di un documento elaborato dal circolo come contributo al dibattito congressuale,  sui temi  politici e organizzativi  che  SEL dovrà affrontare, si è dibattuto  della situazione nella città capoluogo.

E’ emerso soprattutto per Caserta la necessità di stimolare la riapertura di un dibattito nella sopita opposizione per smascherare le ipocrisie di un’ amministrazione che partecipa alle marce per la difesa dell’ambiente e lascia, in tutta la sua pericolosità, come abbiamo segnalato da mesi, l’amianto nel Rione Vanvitelli e si appresta a raggirare gli esiti referendari sul tema dell’acqua pubblica con iniziative amministrative per  l’avvio di una gara per l’affidamento ai privati. Ma è nell’imminenza della votazione del Bilancio Comunale che sarebbe opportuna una forte azione congiunte delle opposizioni, considerando che questa città non è più in grado di sostenere ulteriori pressioni tributarie, stremata com’è da una crisi economica, sociale ed occupazionale senza precedenti.

E’ dal territorio, da questo territorio, che il Circolo di Caserta di SEL intende stimolare l’impegno e l’azione politica della federazione provinciale, facendo in modo che il prossimo congresso rilanci l’azione e la propositività della sinistra per affrontare e risolvere le tante emergenze che stiamo vivendo.

Caserta, 23/11/2013


Sinistra Ecologia e Libertà Circolo ‘ Pablo Neruda’ Caserta

venerdì 8 novembre 2013

SEL Caserta aderisce alla manifestazione del 9 novembre 'Caserta vuole vivere'

La gravità delle problematiche legate agli sconvolgimenti ambientali che la provincia di Caserta ha subito dal connubio politica – camorra per oltre vent’anni, ci vede come Sinistra Ecologia e Libertà, concretamente impegnati nel porre rimedio al disastro accertato.
Con un atto di grande coraggio, considerato il precedente, la Presidente  della Camera dei Deputati, Boldrini,  togliendo il segreto  sui verbali delle interrogazioni del pentito di camorra Schiavone, reso alla Commissione Parlamentare d’ Inchiesta sul Ciclo dei Rifiuti, ha evidenziato le responsabilità che hanno consentito che uno scempio, così denunciato, durasse per altri vent’anni.

Inoltre , nostri  parlamentari,  in questi giorni hanno presentato e fatto approvare una mozione di grande importanza che impegna il Parlamento a procedere in tempi rapidi al ripristino di accettabili condizioni ambientali e sanitarie attraverso una imponente operazione di bonifica, tutela del territorio, prevenzione e rilevazione della situazione epidemiologica nelle aree interessate.


Tuttavia , consapevoli della nostra parzialità, rispettiamo e contribuiamo allo sviluppo di  altre esperienze, presentando come circolo Cittadino di Sinistra Ecologia e Liberta la nostra adesione ala manifestazione “Caserta Vuole Vivere” di domani 9 novembre  2013.

Caserta, 8 novembre 2013


Sinistra Ecologia e Libertà,  circolo  P.Neruda Caserta

L’impegno concreto di SEL per la tutela ambientale e sanitaria del nostro territorio.

Nella giornata di martedi 5 novembre sono state accolte dalla Camera una serie di mozioni di Sinistra Ecologia e Libertà inerenti la bonifica e la salvaguardia ambientale e sanitaria dei territori devastati dagli sversamenti illegali nell’area oramai tristemente nota come ‘Terra dei Fuochi’.
In particolare i deputati e senatori campani di Sinistra Ecologia e Libertà hanno visto accogliere le sollecitazioni che da tempo esercitano per attuare da subito un intervento governativo massiccio ed efficace per questi martoriati territori.
Le mozioni impegnano il governo a "porre in essere tutte le forme di controllo incisivo del territorio campano per far cessare il criminale e illecito sversamento di rifiuti tossici in zone agricole e ad alta densità abitativa; a intraprendere gli improrogabili interventi di bonifica del territorio campano, ad avviare, con un adeguato coinvolgimento del ministero della Salute, una massiccia campagna di indagini epidemiologiche per far luce sull'impatto delle contaminazioni sulla salute delle popolazioni residenti, anche dando ampia pubblicità ai risultati, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla nocivita' di certi comportamenti criminali".
Si impegna inoltre il governo a "istituire un tavolo tecnico permanente, che funga da cabina di regia, al ministero dell'Ambiente, coinvolgendo le associazioni e i comitati di cittadini da anni impegnati nelle lotte a difesa del territorio, personalità del mondo scientifico competenti in materia e rappresentanti di regione ed enti locali; ad assumere iniziative normative per consentire ai comuni interessati l'allentamento del patto di stabilita', indispensabile con riferimento esclusivamente ai capitoli relativi alla realizzazione di questi interventi in campo ambientale (monitoraggio, rimozione dei rifiuti abbandonati e loro corretto smaltimento)". Si è chiesto inoltre all'esecutivo di "attivare e aumentare le risorse finanziarie pubbliche per far decollare il settore delle bonifiche; svolgere immediatamente analisi a tappeto nel vasto territorio interessato, a cominciare da quello indicato dai vari collaboratori di giustizia come luogo di sversamento dei rifiuti tossici da parte della criminalità organizzata, anche relativamente alle falde acquifere; avviare rapidamente la perimetrazione dei terreni interessati da coltivazioni e allevamenti nelle aree coinvolte, per consentirne la conversione in agricoltura cosiddetta 'no food'; rendere pubblici i nominativi delle società coinvolte a qualsiasi titolo nella produzione, nel trasporto e/o nello smaltimento illecito di materiali tossici; perpetuare una politica di inasprimento delle pene per i reati ambientali, da assimilarsi, a tutti gli effetti, sostanziali e processuali, a quelli di stampo mafioso e/o terroristico; vigilare che i lavori eventualmente affidati a ditte specializzate nel settore, non siano in alcun modo riconducibili, direttamente e indirettamente, a persone legate alla criminalità organizzata".
L’accoglimento di queste istanze dimostra che i partiti possono continuare a svolgere un lavoro di raccordo diretto, operativo ed attuativo, delle esigenze e delle priorità  che provengono dai cittadini, movimenti e comitati, e che è possibile recuperare il discredito della politica mettendosi al servizio della collettività.
Caserta, 8 novembre 2013

Circolo cittadino ‘P. Neruda’ Sinistra Ecologia Libertà - Caserta