lunedì 20 dicembre 2010

I nemici di Caserta sono Cosentino & Company

La notizia: La Camera dei deputati nella seduta del 15 dicembre scorso ha respinto due emendamenti (uno presentato da Stefano Graziano e Pina Picierno del Pd e l'altro da Franco Barbato dell'Idv e altri) per chiedere l'eliminazione di Cava Mastroianni dal decreto 90/2008. Se fosse stata accolto Caserta si sarebbe liberata per sempre dalla prospettiva, non lontana ormai, di realizzare, a 50 cm dalla discarica illegale di Lo Uttaro, un’altra discarica per far fronte a scelte pianificatorie e territoriali terribili e che stanno distruggendo territorio e salute pubblica. Si vuole ricordare che per la discarica illegale realizzata da Bertolaso & C. sulla base di atti e dichiarazioni falsi si è riconosciuto il disastro ambientale e alcuni dei responsabili già rinviati a giudizio.
Chi ha consentito che la legge non venisse modificata? Chi ha deciso del nostro futuro?
Ne ricordiamo alcuni dei tanti. Ricordiamo soprattutto quelli che rappresentano per la maggioranza questo territorio e lo governano: Cosentino, Landolfi, Petrenga, D’Anna, Stasi (l’ex prefetto di Caserta). Zinzi, per la verità, ha votato contro. E’ bene che si sappia. Occorre capire però chi sono costoro che decidono sul futuro nostro e dei figli di questa disgraziata terra. “Io sono garantista – diceva Cirino Pomicino il 30 luglio scorso in una intervista su Dagospia - e ho provato sulla mia pelle le fregnacce di alcuni pubblici ministeri. Ho subìto quarantadue processi con il cuore che mi ritrovo. Però quando vedo ben tre parlamentari del Pdl nati a Casal di Principe mi viene da pensare all’equivalente di tre parlamentari di Corleone. Lei va sul pesante. Chi sono i tre? “Lo stesso Cosentino, la deputata Giovanna Petrenga e il senatore Gennaro Coronella. Ma le pare possibile che in Campania il potere del maggior partito italiano, il Pdl, sia concentrato in tre paesi ad altissima infiltrazione della camorra?”.
Cosentino & C. Andiamo a vedere chi sono i principali protagonisti del futuro di Terra di Lavoro.
Nicola Cosentino. Accusato di concorso esterno in associazione mafiosa per rapporti col clan, la Magistratura ne ha chiesto l’arresto, il Parlamento ha detto di no, per cui l’on. Cosentino resta a piede libero e decide sul futuro della Regione Campania poiché coordinatore regionale della cosiddetta Casa delle Libertà. “Secondo Vassallo, Cosentino era il "controllore politico" di ECO4. Forse anche qualcosa di più se i Bidognetti si riferivano a lui come "il nostro candidato" e se, stando alle rivelazioni di Vassallo, lui stesso affermava "quella società song’ io". Il suo ruolo sembrerebbe consistesse nell’agevolare gli interessi dei fratelli Orsi e le famiglie casalesi ad essi legate; in cambio di ciò riceveva periodicamente "mazzette" da 50 mila euro che Cosentino utilizzava a scopi elettorali. I compiti di Cosentino spazierebbero in diversi ambiti: dalla fornitura di certificati antimafiainaccessibili alle pressioni su sindaci e prefetti, dalle trattative di mediazione tra società e commissari all’impiego di lavoratori inutili assunti per abituali interessi elettorali…. Il ruolo fondamentale di Cosentino e di Landolfi riemergerà nel momento in cui gli Orsi avranno problemi con il Presidente Savoia, con i suoi legami con il PPI campano, con le sue richieste di maggiori poteri, con la scarsa attenzione alle esigenze clientelari dei soci, impegnato solo alla cura delle proprie. Le intercettazioni della Procura chiamano in causa Raffaele Chianese, uomo di Landolfi, impegnato a garantire una soluzione da parte di questi e di Cosentino al "problema Savoia", in cambio di un ruolo di rilievo dello stesso Chianese all’interno della società. “Nicola Cosentino ha condizionato tutta la gestione dei rifiuti in Campania. Nelle accuse dei pentiti l'alleanza tra la malavita e i leader del centrodestra”, così l’Espresso il 13 novembre 2009. 
Mario Landolfi. Deputato e vice coordinatore regionale del Pdl. Coinvolto nell’inchiesta sul Consorzio Eco4 è accusato di voto di scambio aggravato dal favoreggiamento di clan camorristici. La sua posizione è stata stralciata dal processo sugli illeciti della Eco4, la società controllata dai fratelli Orsi e dal boss Francesco Bidognetti che, secondo l'accusa, in cambio di appalti per la raccolta dei rifiuti nei Comuni del Casertano, assumeva persone vicine a politici e uomini di potere. “magistrati mettono a nudo un triangolo perverso: un patto tra camorristi, imprenditori e pubblici funzionari. Un sistema antico che - secondo le accuse - sarebbe stato perfezionato proprio da Cosentino e Landolfi all'inizio del millennio. Ma a comandare sono soprattutto i padrini, che impongono la loro volontà utilizzando ogni strumento: la corruzione, la violenza, il controllo dei voti. Quando non bastano nemmeno ricatti, mazzette e minacce allora anche i rifiuti si trasformano in arma: si sobilla la protesta popolare o si scatena la burocrazia per bloccare camion e discariche” (L’Espresso 13 nov. 2009).
Questa gente, alcuni dei quali dovrebbero stare nelle patrie galere come Nicola Cosentino, hanno le idee chiare sul futuro dei nostri figli: fare di questo territorio il dormitorio di Napoli e la pattumiera d’Italia. A Caserta discariche, cementifici, policlinici, alberghi a 5 stelle, cave e rifiuti; a Maddaloni, cave cementifici e ora anche una fonderia; a Marcianise industrie insalubri di prima classe, rifiuti tossici da camorra e adesso anche un gassificatore, ultimo presente alla sua amata città da parte del presidentissimo Zinzi. Nell’area più fertile del pianeta, invece, fra Santa Maria La Fossa, Casal di Principe, S.Tammaro, Pastorano, ecc. discariche, impianti per il trattamento del percolato, impianti per il trattamento di rifiuti industriali, ecc. E’ il caso di ricordare, però che la provincia di Caserta è prima in Italia per la produzione di fragole, nettarine, e mozzarella di bufala; fra i primi posti per la produzione di ciliegie; prima in Italia per la produzione di acque minerali fra le più famose e diffuse. Circa 40.000 aziende (dati Istat) di cui 16.000 iscritte alla Camera di Commercio. Una stabilità di lavoro e di reddito per oltre 120.000 addetti. Ma questi signori hanno un’altra idea di territorio e di sviluppo e le vicende della discarica “Matroianni” a Caserta e della Cementir a Maddaloni (che costringerà a far morire il policlinico prima ancora che sia completato, nell’indifferenza della stessa università e grazie al silenzio assenso della Sovrintendenza), ultime come decisioni nell’ordine, dimostrano in modo inequivocabile dove si sta andando. Se tutto ciò è condivisibile si ha, allora, il dovere di sostenere Cosentino, Landolfi, Petrenga, D’Anna, Coronella e i tanti, tantissimi Cosentino presenti nel nostro territorio, dentro i comuni (come il sindaco di Castel Volturno Scalzone) o nelle istituzioni o nei consigli di amministrazione di società pubbliche o private.  
Per quanto ci riguarda sappiano questi signori che ci sentiamo in guerra come loro lo sono con questo territorio che vogliono sterminare. Non abbiamo tempo, tuttavia, non c’è più tempo e non possiamo permetterci il lusso di guardare da un’altra parte. O con loro o per il territorio e il futuro. E’ tempo di schierarsi e di impegnarsi. La delega non basta. Non serve.
Giuseppe Messina

venerdì 10 dicembre 2010

Pablo Neruda: "confesso che ho vissuto"

Nasce il 12 luglio 1904 a Parral (Cile), non lontano dalla capitale Santiago. Il suo vero nome è Neftali Ricardo Reyes Basoalto. 
Il padre rimane vedovo e nel 1906 si trasferisce a Temuco; qui sposa Trinidad Candia. Il futuro poeta comincia presto a mostrare interessa per la letteratura; il padre lo avversa ma l'incoraggiamento arriva da Gabriela Mistral, futuro PremioNobel, che sarà sua insegnante durante il periodo di formazione scolastica. Il suo primo lavoro ufficiale come scrittore è l'articolo "Entusiasmo y perseverancia" e viene pubblicato a soli 13 anni sul giornale locale "La Manana". E' nel 1920 che per le sue pubblicazioni inizia ad utilizzare lo pseudonimo di Pablo Neruda, che in seguito gli verrà riconosciuto anche a livello legale. Neruda nel 1923 ha solo 19 anni quando pubblica il suo primo libro: "Crepuscolario". Già l'anno seguente riscuote notevole successo con "Venti poesie d'amore e una canzone disperata". A partire dal 1925 dirige la rivista "Caballo de bastos". Intraprende la carriera diplomatica a partire dal 1927: viene nominato prima console a Rangoon, poi a Colombo (Ceylon). Nel 1930 sposa una olandese a Batavia. Nel 1933 è console a Buenos Aires, dove conosce Federico Garcia Lorca. L'anno successivo è a Madrid dove stringe amicizia con Rafael Alberti. Allo scoppio della Guerra Civile (1936) parteggia per la Repubblica e viene destituito dall'incarico consolare. Si reca quindi a Parigi. Qui diviene console per l'emigrazione dei profughi cileni repubblicani. Nel 1940 Neruda viene nominato console per il Messico, dove incontra Matilde Urrutia, per la quale scrive "I versi del capitano". Viene eletto senatore nel 1945 e si iscrive al partito comunista. Nel 1949 dopo un periodo di clandestinità, per sottrarsi al governo anticomunista di Gabriel González Videla, fugge dal Cile e viaggia attraverso Unione Sovietica, Polonia e Ungheria. Tra il 1951 e il 1952 passa anche per l'Italia; vi ritorna poco dopo e si stabilisce a Capri. Tra il 1955 e il 1960 viaggia in Europa, Asia, America Latina. Nel 1966 la sua persona è oggetto di una violenta polemica da parte di intellettuali cubani per un suo viaggio negli Stati Uniti. Pablo Neruda riceve il Premio Nobel per la Letteratura nel 1971. Muore a Santiago il 23 settembre 1973. Tra le sue opere più importanti vi sono "Residenza sulla terra", "I versi del Capitano", "Cento sonetti d'amore", "Canto generale", "Odi elementari", "Stravagario", "Le uve e il vento", il dramma "Splendore e morte di Joaquin Murieta" e il libro di memorie "Confesso che ho vissuto".